segunda-feira, 26 de novembro de 2012
I Santi e gli Angeli
I Santi e gli Angeli
di Padre Ángel Peña
Vediamo quello che dicono i Santi sull’angelo custode.
San Bernardo (1090-1153) nella Regola ricorda ai suoi monaci che quando recitano l’Ufficio divino, lo facciano alla presenza di Dio e degli angeli. In un altro passo dice: «Siamo devoti e riconoscenti a questi custodi così esimi, sappiamo corrispondere al loro amore, onoriamoli per quanto possiamo e come siamo in dovere di fare… Siamo come fratelli più piccoli, e ci resta da percorrere un cammino lungo e pericoloso, ma non dobbiamo temere nulla perché siamo sotto la protezione di custodi così eccelsi. Essi, che ci guidano nel nostro cammino, non possono essere né vinti né ingannati, e ancor meno possono ingannarci. Sono fedeli, prudenti, e potenti. Perché spaventarci? Basta che li seguiamo e che rimaniamo uniti ad essi e così vivremo all’ombra dell’Onnipotente» (Sermone 12).
La Beata Angela da Foligno (1250-1309) era una donna molto bella, ricca e nobile, con un bel matrimonio e una bella famigliari di sette figli. Uno dopo l’altro morirono il suo sposo e i sette figli, ed ella, a quarant’anni, decise di dedicarsi totalmente al Signore, dopo aver distribuito i suoi beni ai poveri. Fu una santa mistica, che ricevette le stimmate e giunse al matrimonio spirituale con estasi frequenti. Rimase dodici anni senza mangiare né bere: riceveva solo la Comunione.
Nel suo libro “ Visioni e istruzioni” parla della visione frequente degli angeli. Dice: «Se non l’avessi provato, non avrei creduto che la vista degli angeli fosse capace di conferire tanta gioia».
Santa Gertrude (+ 1334) racconta che un giorno si sentì ispirata a offrire la Comunione in onore dei nove cori degli angeli. Dio le permise di vedere quanto felici e riconoscenti fossero per questo atto di amore verso di loro. Non avrebbe mai potuto neppure sognare di poter dare loro tanta gioia.
Santa Giovanna d’Arco (1412-1431), l’eroina francese, quando le chiesero il suo giudizio sugli angeli, rispose: «Molte volte li ho visti tra la gente».
Santa Francesca Romana (1384-1440) ebbe la grazia di avere sempre vicino a sé il suo angelo custode per 34 anni. Lo vedeva di notte e di giorno. L’angelo irradiava una luce celestiale che illuminava l’abitazione affinché potesse recitare di notte l’Ufficio divino e accudire ai mestieri di casa. Lo vedeva alla sua destra sia che stesse in casa, in chiesa o per la via. Se qualcuno faceva qualcosa di cattivo in sua presenza, si copriva il volto con le mani. Era così intensa la luce che irradiava che non lo poteva guardare direttamente in fronte se non quando pregava, quando era tentata dai demoni o quando parlava del suo celeste protettore col suo confessore.
Aveva la figura di un bambino di dieci anni, coperto da un abito bianco o tunica che gli giungeva fino alle caviglie, lasciando scoperti solo i piedi nudi; il suo volto guardava il cielo e le mani erano incrociate sul petto e i capelli sparsi sulla spalla in riccioli d’oro.
San Francesco Saverio (1506-1552) scriveva in una lettera ai suoi fratelli di Goa: «Ho riposto la mia fiducia in Gesù Cristo, nella Vergine Maria e nei nove cori degli angeli, fra i quali ho eletto come protettore e campione della Chiesa militante san Michele; e non mi aspetto poco dall’arcangelo, alla cui cura si è affidato questo gran regno del Giappone. Ogni giorno mi raccomando a lui e a tutti gli angeli custodi dei Giapponesi». Era molto devoto al suo angelo, e sempre si raccomandava a lui.
Santa Teresa di Gesù (1515-1582) ebbe molte visioni di angeli. Racconta: «Vidi un angelo vicino a me in forma corporea, che sempre vedo con grande stupore… Non era grande, ma piccolo, molto bello, il viso così acceso che pareva venisse dagli angeli molto elevati, quelli che paiono avvolti di fiamme, di quelli che chiamano cherubini … Gli vedevo nelle mani un dardo d’oro spesso e al termine del metallo, mi sembrava avesse un po’ di fuoco. Mi pareva che me lo introducesse alcune volte nel cuore e che giungesse fino al ventre; quando lo levava mi sembrava che mi traesse tutta con sé e mi lasciasse totalmente infiammata di grande amore per Dio» (Vita 29, 13).
San Francesco de Sales (1567-1622) prima di tenere un sermone, passava in rassegna tutti i suoi ascoltatori, e chiedeva ai loro angeli che disponessero in modo opportuno le loro anime ad ascoltare le sue parole. A questo fatto attribuiva la grande efficacia delle sue prediche per convertire i peccatori.
Santa Margherita Maria de Alacoque (1647-1690) scrive nella sua “Autobiografia”: «Correva voce che io godessi spesso della presenza del mio angelo custode e che spesso lui mi rimproverasse … Non poteva tollerare la minima immodestia o mancanza di rispetto in presenza del mio Signore sacramentato, davanti al quale lo vedevo prostrato al suolo e voleva che anch’io facessi lo stesso … Lo trovo sempre disponibile ad assistermi nelle necessità e non mi ha mai rifiutato nulla di quanto gli ho chiesto … Un giorno Gesù mi disse: Figlia mia, non affliggerti, perché voglio darti un custode fedele che ti accompagni ovunque e ti assista in tutte le tue necessità esteriori ed interiori, impedendo che il tuo nemico approfitti delle tue mancanze in cui crede di averti fatto cadere per le sue suggestioni … Questa grazia mi comunica una tal forza che mi sembra di non dover temere nulla, poiché questo custode fedele della mia anima mi assiste con tanto amore che mi libera da tutte queste pene … Quando il Signore mi visitava, non vedevo più il mio angelo. Gliene chiesi il motivo, e mi disse che, per tutto quel tempo, egli rimaneva prostrato con profondo rispetto, per rendere omaggio alla grandezza infinita del Signore che si abbassava fino alla mia piccolezza; ed in effetti lo vedevo così ogniqualvolta il mio Sposo divino mi elargiva le sue amorose tenerezze» (Memoria alla M. Saumaise).
La Venerabile Anna Catalina Emmerick (1774-1824) dice: «Il mio angelo mi accompagna spesso; alcune volte cammina davanti a me; altre volte al mio fianco. E’ sempre silenzioso e calmo e accompagna le sue brevi risposte con qualche movimento della mano o con qualche inclinazione della testa. E’ luminoso e trasparente; a volte è severo ovvero amorevole. I suoi capelli sono lisci, sciolti e mandano riflessi. Ha il capo scoperto e veste un ampio abito, splendente come oro. Parlo in confidenza con lui e mi dà istruzioni. Al suo fianco sento una gioia celestiale… In certi casi ho visto angeli sopra regioni e città, intenti a proteggerle e a difenderle».
Santa Michela del Santissimo Sacramento (1809-1865) dice nella sua “Autobiografia”: «Adoperare gli angeli per me è un fatto comune e quotidiano. Quando ho bisogno di chiamare una persona, mando l’angelo e successivamente questa giunge, sia essa a me nota o sconosciuta. Di giorno, di notte, di buon’ora o tardi ho chiamato in questo modo il mio segretario che viveva assai lontano, e sempre l’angelo me lo ha portato. Mai mi ha deluso e molti giorni, per casi imprevisti, ho chiamato la stessa persona anche tre volte ed è sempre venuta. Desiderosa di sapere in qual modo mi facessero questo servizio, tutti mi dicevano sempre la stessa cosa, che avevano sentito un’inquietudine. Tutti entravano da me dicendo: Mi ha chiamato attraverso un angelo? Non mi ha lasciato in pace finché non sono venuto. Per questo a tutte le persone che frequento dico che usino gli angeli come faccio io».
Sant’Antonio Maria Claret (1807-1870) scrive nella sua “Autobiografia” che il 21 settembre 1839, giunto a Marsiglia per imbarcarsi verso Roma, gli si presentò un cavaliere che «fu con me così fine, così amabile, così interessato a me in quei cinque giorni, che pareva che un grande Signore lo avesse inviato a me per assistermi con ogni cura. Pareva più un angelo che un uomo: così modesto, così allegro e al tempo stesso così pacato, così pio e devoto, che mi conduceva sempre nelle chiese, una cosa che mi piaceva molto. Non mi disse mai di entrare in un caffè o in posti simili, né mai lo vidi mangiare o bere». Sarà stato il suo angelo custode? Lo stesso santo ci dice ancora che durante le molte persecuzioni subite dai suoi nemici, esperimentò visibilmente la protezione della Santissima Vergine e degli angeli e santi. «La Santissima Vergine e i suoi angeli mi accompagnarono in cammini sconosciuti, mi liberarono dai ladroni e dagli assassini e mi condussero in porto sicuro senza saper come» (c.31).
Santa Caterina Labouré (1806-1876) ebbe la fortuna di vedere il suo angelo sotto forma di un bambino, che la destò nella notte del 18 luglio 1830. Era bellissimo, vestito di bianco, e parlava con voce celestiale. Le disse: «Vai alla cappella, perché lì ti attende la beata Vergine Maria; io ti accompagno». Si veste rapidamente e segue l’angelo verso la cappella. Al suo passaggio, le lampade si accendono automaticamente e le porte si aprono. Giunti sul luogo, la cappella era già illuminata. Quando Maria appare, ella si rifugia nel suo grembo e avverte una gioia che viene dal cielo. Maria, fra le altre cose, le dice, indicandole il tabernacolo, che, se avrà dei problemi, ricorra a Gesù Sacramentato.
San Giovanni Bosco (1815-1888) diceva ai suoi giovani: «L’angelo custode ha molto più desiderio di aiutarvi di quanto voi ne abbiate nell’essere aiutati da lui … In ogni afflizione accorrete a lui con fiducia ed egli vi aiuterà». Nella sua “Autobiografia” parla del fatto straordinario di un cane che gli apparve per trent’anni senza che mai lo vedesse mangiare. Aveva l’aspetto di un lupo, era alto un metro e il santo lo chiamava Grigio. Lo salvò dalla morte in diverse circostanze: Don Bosco riteneva si trattasse del suo angelo custode. Dice ad esempio: «Una sera buia e ormai molto inoltrata, tornavo a casa solo e con non poca paura, quando vedo vicino a me un grosso cane che a prima vista mi spaventò. Però non mi minacciava con atteggiamenti ostili, anzi mi faceva moine come se io fossi il suo padrone. Entrammo subito in ottimo rapporto e mi accompagnò fino all’oratorio. Lo stesso fatto si ripeté molte altre volte, cosicché posso dire che Grigio mi ha fornito servigi importanti … Non ho mai conosciuto il suo padrone, ma per me fu una vera provvidenza in molti pericoli che incontrai».
Santa Gemma Galgani (1878-1903) scrive nel suo diario: «Gesù non mi lascia stare sola un istante, senza che io sia sempre in compagnia con il mio angelo custode … L’angelo, dal momento in cui mi alzavo, cominciava a svolgere la funzione di mio maestro e guida: mi riprendeva sempre quando facevo qualcosa di male e mi insegnava a parlare poco». A volte, l’angelo la minacciava di non farsi più vedere se non avesse obbedito al confessore in tutto. Richiamava la sua attenzione la sua attenzione quando faceva male qualcosa e la correggeva costantemente perché fosse perfetta in tutto. In certe occasioni, stabiliva delle norme: «Chi ama Gesù, parla poco e sopporta molto. Obbedisce puntualmente al confessore in tutto senza replicare. Quando commetti qualche sbaglio, fai subito atto di accusa e chiedi scusa. Ricordati di trattenere i tuoi occhi e pensa che l’occhio mortificato vedrà le meraviglie del cielo» (28 luglio1900).
Per molti giorni, quando si svegliava al mattino, lo trovava al suo fianco mentre l’aiutava, la benediceva prima di sparire alla sua vista. Spesso le indicava che «il cammino più rapido e più sicuro [per arrivare a Gesù] è quello dell’obbedienza» (9 agosto1900). Un giorno le disse: «Sarò la tua guida e il tuo compagno inseparabile».
L’angelo le dettava le lettere: «Molto presto scriverò a M. Giuseppa, ma devo aspettare che venga l’angelo custode e me la detti, perché io non so cosa dirle» . Scriveva al suo direttore: «Dopo la sua partenza sono rimasta con i miei amati angeli, però solo il suo e il mio si lasciavano vedere. Il suo ha imparato a fare ciò che faceva lei. Al mattino viene a svegliarmi e per la notte mi dà la sua benedizione… Il mio angelo mi abbracciò e mi baciò molte volte… Mi sollevò dal letto, mi accarezzò teneramente e baciandomi mi diceva: Gesù ti ama molto, amalo anche tu. Mi benedisse e sparì.
Dopo il pranzo mi sentii male; allora l’angelo mi porse una tazza di caffè, cui aggiunse alcune gocce di un liquido bianco. Era così saporoso che subito mi sentii guarita. Poi mi fece riposare un poco. Molte volte lo invio a chiedere permesso a Gesù perché resti in mia compagnia tutta la notte; va a chiederlo e ritorna, e non mi abbandona, se Gesù lo autorizza, fino al mattino seguente» (20 agosto 1900).
L’angelo le faceva da infermiere e le portava le lettere alla posta. «La presente, - scrive al suo direttore, padre Germano di santo Stanislao-, la consegno al suo angelo custode che mi ha promesso di dargliela; faccia altrettanto e risparmi qualche centesimo… Venerdì mattina spedii una lettera tramite il suo angelo custode, che mi promise di portargliela, cosicché suppongo che l’avrà ricevuta». La prese lui stesso con le sue mani. A volte giungevano a destinazione in bocca ad un passerotto, così come lo vide il suo direttore, che scrive: «Ella incaricava il suo angelo da parte del Signore, la Santissima Vergine e i suoi santi protettori, inoltrando lettere chiuse e sigillate da loro con l’incarico di riportarle la risposta, che in effetti giungeva… Quante volte, mentre parlavo con lei, le chiedevo se il suo angelo fosse al suo posto per farle da guardia. Gemma volgeva con incantevole disinvoltura il suo sguardo verso il luogo solito e rimaneva estasiata in contemplazione e fuori dai sensi per tutto il tempo in cui lo fissava».
Suor Maddalena della Croce, che morì santamente il 30 novembre 1919, dall’età di cinque anni incominciò a vedere il suo angelo custode, un arcangelo che Dio le aveva destinato per sua guida. Scrisse un diario in cui trascrisse tutte le conversazioni con Gesù, Maria e il suo angelo custode. Racconta: «Vedo il mio angelo spesso, a volte lo mando dai miei figli spirituali e gli chiedo che mi aiuti. E’ un angelo molto bello, con una capigliatura d’oro… A volte sorride dolcemente, specie quando gli affido un incarico per i miei figli spirituali… Nessun sacerdote dovrebbe trascurare di salutare l’angelo della sua chiesa, della parrocchia a cui appartiene. Le grazie che può ricevere sono grandi, però raramente gliele chiedono, e così raramente si ricevono… Ogni diocesi, ogni regno, ogni ordine religioso ha il suo proprio angelo».
Santa Faustina Kowalska (1905-1939) scrive nel suo “Diario”: «Il mio angelo mi accompagnò nel viaggio fino a Varsavia. Quando entrammo nella portineria [del convento] sparì… Di nuovo quando partimmo con il treno da Varsavia fino a Cracovia, lo vidi nuovamente al mio fianco. Quando giungemmo alla porta del convento sparì» (I, 202).
«Durante il tragitto vidi che sopra ogni chiesa che si incontrava nel viaggio c’era un angelo, però di una lucentezza più tenue di quello dello spirito che mi accompagnava. Ognuno degli spiriti che custodiva i sacri edifici si inchinava davanti allo spirito che era al mio fianco. Ringraziavo il Signore per la sua bontà, dato che ci regala angeli come compagni. Oh, quanto poco la gente pensa al fatto che tiene sempre al suo fianco un così grande ospite e al tempo stesso testimone di tutto!» (II, 88).
Un giorno, mentre era inferma… «all’improvviso vidi vicino al mio letto un serafino che mi porse la santa Comunione, pronunciando queste parole: Ecco qui il Signore degli angeli. Il fatto si ripeté per tredici giorni … Il serafino era circonfuso di grande splendore e da lui traspariva l’atmosfera divina e l’amore di Dio. Aveva una tunica dorata e sopra di essa portava una cotta trasparente e una stola pure luminosa. Il calice era di cristallo ed era coperto da un velo trasparente. Appena mi diede il Signore sparì» (VI, 55). «Un giorno disse a questo Serafino : “Mi potresti confessare?” Ma egli mi rispose: nessuno spirito celeste ha questo potere» (VI, 56). «Molte volte Gesù mi fa conoscere in modo misterioso che un’anima agonizzante ha bisogno delle mie preghiere, però spesso è il mio Angelo Custode che me lo dice» (II,215).
La Venerabile Consolata Betrone (1903-1946) era una religiosa cappuccina italiana, alla quale Gesù chiese di ripetere costantemente l’atto di amore: “Gesù, Maria, vi amo, salvate anime”. Gesù le diceva: «Non aver paura, pensa solo ad amarmi, io penserò a te in tutte le tue cose fin nei minimi dettagli». A un’amica, Giovanna Compaire, diceva: «Di sera prega il tuo buon angelo custode affinché, mentre tu dormi, egli ami Gesù al tuo posto e ti svegli il mattino seguente ispirandoti l’atto d’amore. Se tu sarai fedele nel pregarlo ogni sera, egli sarà fedele ogni mattino nello svegliarti con un “Gesù, Maria, vi amo, salvate anime».
Il Santo Padre Pio (1887-1968) ha innumerevoli esperienze dirette con il suo angelo custode e raccomandava ai suoi figli spirituali di inviargli il loro angelo quando avevano dei problemi. In una lettera al suo confessore chiama il suo angelo «il piccolo compagno della mia infanzia». A conclusione delle sue lettere soleva scrivere: «Salutami il tuo angelino». Accomiatandosi dai suoi figli spirituali, diceva loro: «Che il tuo angelo ti accompagni». A una delle sue figlie spirituali diceva: «Che amico puoi avere più grande del tuo angelo custode?» Quando giungevano lettere sconosciute per lui, l’angelo le traduceva. Se erano macchiate d’inchiostro e illeggibili (a causa del demonio) l’angelo gli diceva che vi spruzzasse sopra acqua benedetta e tornavano leggibili. Un giorno l’inglese Cecil Humphrey Smith ebbe un incidente e restò gravemente ferito. Un suo amico corse all’ufficio postale e inviò un telegramma a Padre Pio per chiedere orazioni per lui. In quel momento il postino gli consegnò un telegramma di Padre Pio, in cui assicurava le sue preghiere per la sua guarigione. Quando guarì, andò a trovare Padre Pio, lo ringraziò per le sue preghiere e gli chiese come avesse saputo dell’incidente. Padre Pio, dopo un sorriso, disse: «Pensi che gli angeli siano lenti come gli aereoplani?»
Durante la seconda guerra mondiale, una signora disse a Padre Pio che era preoccupata perché non aveva notizie di suo figlio che era al fronte. Padre Pio le disse che gli scrivesse una lettera. Ella rispose che non sapeva dove scrivere. «A questo penserà il tuo angelo custode», le rispose lui. Scrisse la lettera, mettendo sulla busta solo il nome di suo figlio e la lasciò sul suo comodino. Il mattino seguente non era più lì. Dopo quindici giorni ricevette notizie di suo figlio, che rispondeva alla sua lettera. Padre Pio le disse: «Ringrazia di questo servigio il tuo angelo».
Un altro caso molto interessante capitò ad Attilio De Sanctis il 23 dicembre 1949. Doveva andare da Fano a Bologna su una Fiat 1100 con sua moglie e due figli a prendere l’altro figlio Luciano che studiava nel collegio “Pascoli” di Bologna. Al ritorno da Bologna a Fano era molto stanco e percorse 27 chilometri nel sonno. Due mesi dopo questo fatto andò a San Giovanni Rotondo a vedere padre Pio e gli raccontò quanto era accaduto. Padre Pio gli disse: «Tu dormivi, ma il il tuo angelo custode guidava la tua auto».
- «Ma davvero, dice sul serio?»
- «Sì, hai un angelo che ti protegge. Mentre tu dormivi lui guidava l’auto».
Un giorno del 1955 il giovane seminarista francese Jean Derobert andò a far visita a padre Pio a San Giovanni Rotondo. Si confessò da lui e padre Pio, dopo avergli impartito l’assoluzione, gli chiese: «Credi al tuo angelo custode?»
- «Non l’ho mai visto»
- «Guarda bene, è con te ed è molto bello. Lui ti protegge, tu pregalo».
In una lettera inviata a Raffaelina Cerase il 20 aprile 1915 le diceva: «Raffaelina, come mi consola il fatto di sapere che siamo sempre sotto lo sguardo vigile di uno spirito celeste che non ci abbandona mai. Abituati a pensare sempre a lui. Al nostro fianco vi è uno spirito che, dalla culla alla tomba, non ci abbandona un istante, ci guida, ci protegge come un amico e ci consola, specialmente nelle ore della tristezza. Raffaelina, questo buon angelo prega per te, offre a Dio tutte le tue buone opere, i tuoi desideri più santi e più puri. Quando ti sembra di essere sola ed abbandonata, non lamentarti di non avere nessuno a cui confidare i tuoi problemi, non dimenticarti che questo compagno invisibile è presente per ascoltarti e per consolarti. Oh, che felice compagnia!»
Un giorno stava pregando il Rosario alle due e mezza della notte quando fra Alessio Parente gli si avvicinò e gli disse:”C’è una signora che chiede cosa deve fare con tutti i suoi problemi».
- «Lasciami, figlio mio, non vedi che sono molto impegnato?Non vedi tutti questi angeli custodi che vanno e vengono portandomi i messaggi dei miei figli spirituali?»
- «Padre mio, non ho visto neppure un solo angelo custode, ma ci credo, perché non si stanca di ripetere alla gente di inviarle il loro angelo». Fra Alessio scrisse il libriccino su padre Pio intitolato: “Mandami il tuo angelo”.
Il beato Escribà de Balaguer, nel libro “Cammino”, scrive: «Abbi confidenza con il tuo angelo custode. Trattalo come un amico intimo ed egli saprà renderti mille servizi nelle faccende ordinarie di ogni giorno». Aveva molta devozione all’angelo custode e non fu una casualità che il Signore abbia fondato l’Opus Dei per mezzo di questo beato il 2 ottobre 1928, festa degli Angeli Custodi, mentre rintoccavano le campane della chiesa di Nostra Signora degli Angeli di Madrid.
La venerabile suor Monica di Gesù (1889-1964) fu una mistica agostiniana riformata, che aveva una relazione familiare con il suo angelo custode, che chiamava “fratello maggiore”. Vediamo quello che dice in alcune lettere al suo direttore, padre Eugenio Cantera: «II giorno due la madre mi regalò alcune caramelle. Mentre ero in cella, dissi all’angelo: Non vorrei che “mattacchione” [il diavolo] me le rubasse. L’angelo mi disse: Ti insegnerò a nasconderle in modo tale che non te le porti via. Prese una cassetta e mi disse: Ponile qui. Sul coperchio mise una stampa della Madre di Gesù e mi disse: Non temere: qui non può arrivare» (4 ottobre 1923).
«Il giorno 7 il mio fratello maggiore mi disse: Il nostro nonno [il padre del suo direttore] è morto. Vedendo che piangevo, l’angelo mi disse: non piangere, è stata la volontà di Gesù a portarselo via e gli ha fatto un beneficio. Chiesi all’angelo se la sua anima si era salvata e mi disse di sì, ma che era stata condotta in Purgatorio per un pò di tempo. Gli dissi che mi facevo garante per lui e che dicesse a Gesù che desse a me quello che avrebbe dovuto soffrire e che lo portasse alla gioia. Il fratello maggiore mi disse di fare la comunione per lui per nove giorni con molto fervore» (15 luglio 1919).
Il 30 maggio 1919, sul Colle degli Angeli a Madrid ebbe luogo la consacrazione della Spagna al Cuore di Gesù, attuata da re Alfonso XIII. Suor Monica di Gesù dice: «Che bel giorno! Inviai il mio fratello maggiore in aiuto al Re, e così fece, poiché si collocò al suo fianco destro» (19 giugno 1919).
Nel giorno di Natale del 1921 venne il Bambino Gesù con Maria a trovarla. Racconta: «Quanti baci diedi al Bambino Gesù che Maria teneva nelle sue broccia! Quante cose gli dissi nella Santa Notte. A conclusione dell’ottava dei re Magi, mi tolsi la medaglia che il mio angelo mi aveva dato in questa Notte Santa. Io dicevo: È molto bella, non mi va di perderla. L’angelo mi disse: Non togliertela: io l’ho portata tutti i giorni, e tu subito vuoi metterla in un angolo. La presi e la portai sempre tutti i giorni» (30 gennaio 1922).
«Nel mio giorno [di compleanno], molto presto, venne dapprima il mio fratello maggiore e poco dopo venne Gesù. E sapete cosa fece il fratello maggiore? Sempre quando viene Gesù si prostra un poco discosto, ma nel mio giorno non fece questo. Mi prese la mano e mi presentò a Gesù.
Poi venne la madre di Gesù e fece lo stesso. Poi venne nostra madre santa Monica ed ella pure mi presentò. Rimasero un poco tutti e tre; mi chiesero quanto li amassi e mi consigliarono di amare Gesù come io volevo amarlo... Tutti sorridevano alle mie parole e se ne andarono tutti insieme.
Il fratello maggiore rimase e mi diede spiegazioni. A nome di Gesù mi disse che il giorno precedente si erano confessate cinque anime per le quali da tanto tempo stavo pregando Gesù che lo facessero come regalo per me. Il fratello maggiore a sua volta mi disse: Io ho conquistato due anime per Gesù nel tuo giorno. Una non si confessava da quattordici anni e l’altra da 25. Questi furono i regali di Gesù e del mio fratello maggiore nel mio giorno» (8 maggio 1918).
Il Giovedì Santo del 1919 dalle dieci del mattino fino alle dieci e mezzo della sera del Sabato Santo fece compagnia a Gesù nel suo dolore. Racconta: «Mi paralizzava una sofferenza così grande che non mi rendevo conto di nulla di questa vita e non sapevo neppure dov’ero. Successivamente ricordo che il mio fratello maggiore, durante questo tempo di tanto in tanto mi diceva: In quest’ora Gesù si trovò in questa parte, in questa situazione o in quell’altra e tutto quanto mi diceva mi immergeva ancor più nelle pene e nelle amarezze che Gesù aveva sofferto. Mi diceva anche quando dovevo andare a compiere i doveri di comunità e cosa dovevo fare in essi, come andare al refettorio e alla penitenza... Al termine di tutto ciò venne l’angelo con il volto così allegro che sembrava un altro e mi disse: Gesù è già resuscitato. Alleluia! La sua gioia penetrò talmente nel mio spirito e in tutto il mio essere che ormai non mi rendevo conto di ciò che avvenisse, cosa facessi o dove mi trovassi. Mi ritrovai nella cella... Alle tre del mattino venne Gesù così splendente che da tutte le parti era un unico splendore, ma dalle sue cinque piaghe usciva una luce particolare» (21 aprile1919).
«Rimasi alcuni giorni a letto e il mio angelo mi condusse Gesù durante il mattino e il fratello maggiore suo [del confessore] e quello della madre portava ciascuno una candela che faceva luce a Gesù. Questo accadde I’8 e il 13; negli altri giorni scesi io a fare la Comunione. Quanto buono è il mio angelo! Quanto mi vuole bene!» (22 gennaio 1923).
«All’alba vennero i sette angeli [del gruppo delle anime vittime]. Erano molto contenti e tirai fuori le immaginette, una per ciascuno. Diedi al mio angelo quella che desideravo per lui e successivamente egli distribuì le altre. Trascorremmo un buon momento e giocarono a scommettere su chi amasse di più Gesù. E sa che la povera suor Monica, tutta di Gesù, li vinse tutti e sette?...
La vigilia degli Angeli, nella preghiera dei vespri mi stavo concentrando. Vidi tutti i fratelli maggiori di ognuna di quelle che erano nel coro. Ciò mi diede molta gioia, ma provai anche sofferenza, perché tutti erano contenti, anche se non tutti gioiosi. Chiesi il motivo di ciò al mio angelo e mi rispose che dipendeva dal fatto che alcune non pregavano con tutto il fervore che essi desideravano nelle anime» (4 ottobre 1923).
Suor Monica non solo giocava con il suo angelo, ma adempiva tutti i suoi lavori nell’orto o nel pollaio con lui. Ovunque loro due avevano un solo pensiero: Gesù e la salvezza delle anime.
Molti altri santi hanno avuto la grazia di vedere il proprio angelo custode. Fra gli altri santa Rosa da Lima, santa Angela Merici, san Filippo Neri, san Ramón Nonato, santa Brigida, san Paolino da Nola, santa Margherita da Cortona,santa Caterina da Siena...
L’angelo custode svegliava san Raimondo da Peñafort per la preghiera; alla beata Francesca delle cinque piaghe, quando ebbe una mano inferma, divideva il pane a tavola. A santa Rosa da Lima faceva da fattorino e mentre era inferma, le preparò una tazza di caffè.
Alla beata Crescenza de Hos accendeva il fuoco e guardava le pentole perché potesse rimanere più tempo in preghiera. A sant’Isidoro arava i campi mentre assisteva alla messa.
Una volta san Domenico Savio salvò suo fratello che stava per morire annegato e quando gli chiesero in qual modo si fosse lanciato per salvarlo senza saper nuotare ed essendo così debole disse «Non ero solo, era con me il mio angelo».
Per questo possiamo contare su di lui in tutto. È un amico sincero e leale, semplice e servizievole. Siamo riconoscenti e diciamogli molte volte che gli vogliamo molto bene e che siamo molto riconoscenti per la sua custodia; quanto più lo invochiamo e chiediamo il suo aiuto tanto più potrà aiutarci e benedirci. Santa Teresina del Bambin Gesù aveva per lui molta devozione e in una delle sue poesie gli dice:
O glorioso custode
del mio corpo e della mia anima,
che brilli nel cielo
pieno di luce e di splendore!
Per me scendi sulla terra
e m’illumini con la tua luce.
Ti fai mio fratello
e mio amico,
tu sei il mio consolatore. (PO 40)
Sei riconoscente al tuo Angelo?
http://www.gesuemaria.it/i-santi-e-gli-angeli.htmlterça-feira, 2 de outubro de 2012
Los ángeles custodios - Santo Tomás de Aquino
Los ángeles custodios - Santo Tomás de Aquino : Es evidente que, según el orden de la Providencia divina en todas las cosas, los seres mutables y variables son movidos y gobernados por las inmutables e invariables, como todos los cuerpos por las sustancias espirituales e inmóviles, y los cuerpos terrestres por los celestes, que son sustancialmente invariables. Nosotros mismos tenemos también por regla para las conclusiones, en las que podemos opinar diversamente, los principios, que son invariables. Pues bien, no se puede negar que, respecto al obrar, el conocimiento y afecto del hombre pueden variar mucho y apartarse del bien. Por lo tanto, fue necesario que se destinasen ángeles para la guarda de los hombres, por los cuales fuesen dirigidos y movidos hacia el bien.
Ahora hay que tratar lo referente a la guarda de los ángeles buenos y a la insidia de los malos. La cuestión referente a la guarda de los ángeles buenos plantea y exige respuesta a ocho problemas:
1. Los hombres, ¿están o no están guardados por los ángeles?
2. A cada hombre ¿le corresponde o no le corresponde un ángel custodio distinto?
3. Dicha guarda, ¿pertenece o no pertenece al último de los órdenes angélicos?
4. A todo hombre, ¿le corresponde o no le corresponde tener un ángel custodio?
5. ¿Cuándo empieza a guardar el ángel al hombre?;
6. El ángel, ¿custodia o no custodia siempre al hombre?-
7. ¿Sufre o no sufre el ángel cuando se pierde el hombre por él custodiado?
8. ¿Hay o no hay discrepancias entre los ángeles por motivos de la custodia?
Artículo 1: Los hombres, ¿están o no están custodiados por los ángeles? lat
Objeciones por las que parece que los hombres no están custodiados por los ángeles:
1. Se asignan guardas a algunos que no saben o no pueden custodiarse a sí mismos, como los niños y los enfermos. Pero el hombre puede guardarse a sí mismo por medio del libre albedrío; y lo sabe también por medio del conocimiento de la ley natural. Por lo tanto, el hombre no es custodiado por el ángel.
2. Donde hay un custodio más fuerte, sobra el más débil. Pero los hombres están bajo la custodia de Dios, según aquello del Sal 120,4: No durmió ni dormirá el que guarda a Israel. Por lo tanto, no hay necesidad de que el hombre sea custodiado por el ángel.
3. La perdición del custodiado se atribuye a la negligencia del que lo guarda; por lo cual se dijo a uno: Defiende a este varón, porque, si cae, será tu vida el precio de la suya (3 Reg 20,39). Pero cada día perecen muchos hombres, cayendo en pecado, en ayuda de los cuales podían venir los ángeles, apareciéndoseles visiblemente, o haciendo milagros, o por medios parecidos. Serían, pues, negligentes los ángeles si estuviesen encomendados a ellos los hombres. Esto es evidentemente falso. Por lo tanto, los ángeles no son custodios de los hombres.
Contra esto: está lo que se dice en Sal 90,11: Enviará a sus ángeles para que te guarden en todos tus caminos.
Respondo: Es evidente que, según el orden de la Providencia divina en todas las cosas, los seres mutables y variables son movidos y gobernados por las inmutables e invariables, como todos los cuerpos por las sustancias espirituales e inmóviles, y los cuerpos terrestres por los celestes, que son sustancialmente invariables. Nosotros mismos tenemos también por regla para las conclusiones, en las que podemos opinar diversamente, los principios, que son invariables. Pues bien, no se puede negar que, respecto al obrar, el conocimiento y afecto del hombre pueden variar mucho y apartarse del bien. Por lo tanto, fue necesario que se destinasen ángeles para la guarda de los hombres, por los cuales fuesen dirigidos y movidos hacia el bien.
A las objeciones:
1. Por medio del libre albedrío puede el hombre evitar el mal hasta cierto punto, pero no indefectiblemente; porque sus múltiples pasiones le debilitan el afecto hacia el bien. Asimismo, el conocimiento universal de la ley natural que posee el hombre naturalmente, le encamina también de algún modo hacia el bien, pero tampoco indefectiblemente, porque, al aplicar los principios universales del derecho a los casos particulares, sucede que comete el hombre muchos errores. Por lo cual se dice en Sab 9,14: Inseguros son los pensamientos de los mortales, y nuestros cálculos muy aventurados. Por eso se hizo necesaria para el hombre la custodia del ángel.
2. Para obrar bien se necesitan dos cosas. 1) Primero, que el afecto tienda al bien. Esto lo hace en nosotros el hábito de la virtud moral. 2) Segundo, que la razón dé con los medios más convenientes para obrar el bien de la virtud. Esto lo atribuye el Filósofo a la prudencia. Pues, en cuanto a lo primero, Dios guarda directamente al hombre, infundiéndole la gracia y las virtudes. Pero, en cuanto a los segundo, guarda Dios al hombre a modo de maestro universal, cuya instrucción llega al hombre por mediación de los ángeles, como dijimos (q.111 a.1).
3. Así como por el afecto al pecado se apartan los hombres del instinto natural del bien, así pueden también desoír las inspiraciones que los ángeles buenos les dan invisiblemente iluminándolos para obrar bien. De ahí que el perderse los hombres no se ha de atribuir a negligencia de los ángeles, sino a la malicia de los hombres. El que alguna vez se aparezcan los ángeles visiblemente a los hombres, fuera del curso ordinario, es por una gracia especial de Dios; como suceden también los milagros fuera del orden de la naturaleza.
1. Los hombres, ¿están o no están guardados por los ángeles?
2. A cada hombre ¿le corresponde o no le corresponde un ángel custodio distinto?
3. Dicha guarda, ¿pertenece o no pertenece al último de los órdenes angélicos?
4. A todo hombre, ¿le corresponde o no le corresponde tener un ángel custodio?
5. ¿Cuándo empieza a guardar el ángel al hombre?;
6. El ángel, ¿custodia o no custodia siempre al hombre?-
7. ¿Sufre o no sufre el ángel cuando se pierde el hombre por él custodiado?
8. ¿Hay o no hay discrepancias entre los ángeles por motivos de la custodia?
Artículo 1: Los hombres, ¿están o no están custodiados por los ángeles? lat
Objeciones por las que parece que los hombres no están custodiados por los ángeles:
1. Se asignan guardas a algunos que no saben o no pueden custodiarse a sí mismos, como los niños y los enfermos. Pero el hombre puede guardarse a sí mismo por medio del libre albedrío; y lo sabe también por medio del conocimiento de la ley natural. Por lo tanto, el hombre no es custodiado por el ángel.
2. Donde hay un custodio más fuerte, sobra el más débil. Pero los hombres están bajo la custodia de Dios, según aquello del Sal 120,4: No durmió ni dormirá el que guarda a Israel. Por lo tanto, no hay necesidad de que el hombre sea custodiado por el ángel.
3. La perdición del custodiado se atribuye a la negligencia del que lo guarda; por lo cual se dijo a uno: Defiende a este varón, porque, si cae, será tu vida el precio de la suya (3 Reg 20,39). Pero cada día perecen muchos hombres, cayendo en pecado, en ayuda de los cuales podían venir los ángeles, apareciéndoseles visiblemente, o haciendo milagros, o por medios parecidos. Serían, pues, negligentes los ángeles si estuviesen encomendados a ellos los hombres. Esto es evidentemente falso. Por lo tanto, los ángeles no son custodios de los hombres.
Contra esto: está lo que se dice en Sal 90,11: Enviará a sus ángeles para que te guarden en todos tus caminos.
Respondo: Es evidente que, según el orden de la Providencia divina en todas las cosas, los seres mutables y variables son movidos y gobernados por las inmutables e invariables, como todos los cuerpos por las sustancias espirituales e inmóviles, y los cuerpos terrestres por los celestes, que son sustancialmente invariables. Nosotros mismos tenemos también por regla para las conclusiones, en las que podemos opinar diversamente, los principios, que son invariables. Pues bien, no se puede negar que, respecto al obrar, el conocimiento y afecto del hombre pueden variar mucho y apartarse del bien. Por lo tanto, fue necesario que se destinasen ángeles para la guarda de los hombres, por los cuales fuesen dirigidos y movidos hacia el bien.
A las objeciones:
1. Por medio del libre albedrío puede el hombre evitar el mal hasta cierto punto, pero no indefectiblemente; porque sus múltiples pasiones le debilitan el afecto hacia el bien. Asimismo, el conocimiento universal de la ley natural que posee el hombre naturalmente, le encamina también de algún modo hacia el bien, pero tampoco indefectiblemente, porque, al aplicar los principios universales del derecho a los casos particulares, sucede que comete el hombre muchos errores. Por lo cual se dice en Sab 9,14: Inseguros son los pensamientos de los mortales, y nuestros cálculos muy aventurados. Por eso se hizo necesaria para el hombre la custodia del ángel.
2. Para obrar bien se necesitan dos cosas. 1) Primero, que el afecto tienda al bien. Esto lo hace en nosotros el hábito de la virtud moral. 2) Segundo, que la razón dé con los medios más convenientes para obrar el bien de la virtud. Esto lo atribuye el Filósofo a la prudencia. Pues, en cuanto a lo primero, Dios guarda directamente al hombre, infundiéndole la gracia y las virtudes. Pero, en cuanto a los segundo, guarda Dios al hombre a modo de maestro universal, cuya instrucción llega al hombre por mediación de los ángeles, como dijimos (q.111 a.1).
3. Así como por el afecto al pecado se apartan los hombres del instinto natural del bien, así pueden también desoír las inspiraciones que los ángeles buenos les dan invisiblemente iluminándolos para obrar bien. De ahí que el perderse los hombres no se ha de atribuir a negligencia de los ángeles, sino a la malicia de los hombres. El que alguna vez se aparezcan los ángeles visiblemente a los hombres, fuera del curso ordinario, es por una gracia especial de Dios; como suceden también los milagros fuera del orden de la naturaleza.
Artículo 2: A cada hombre, ¿le corresponde o no le corresponde un ángel custodio? lat
Objeciones por las que parece que a cada hombre no le corresponde un ángel custodio:
1. El ángel es de mayor eficacia que el hombre. Pero un solo hombre basta para custodiar muchos hombres. Por lo tanto, con mayor razón puede un solo ángel custodiar muchos hombres.
2. Los seres inferiores son reducidos a Dios por los superiores por medio de los seres intermedios, como dice Dionisio. Pero, como todos los ángeles son desiguales, según dijimos (q.50 a.4), solamente hay un ángel entre el cual y los hombres no hay algún ángel intermedio. Por lo tanto, es uno sólo el ángel que directamente guarda a los hombres.
3. Los ángeles mayores son destinados a los oficios más elevados. Pero guardar a un hombre no es más elevado oficio que guardar a otro, porque todos los hombres son de igual naturaleza. Por lo tanto, no habiendo más que un ángel que no sea mayor que algún otro, según dice Dionisio, parece que los diversos hombres no son custodiados por ángeles diversos.
Contra esto: está lo que Jerónimo, explicando aquello de Mt 18,10: Sus ángeles en el cielo, dice: Grande es la dignidad de las almas, cuando cada una de ellas, desde el momento de nacer, tiene un ángel destinado para su custodia.
Respondo: Angeles diversos están destinados a la custodia de los diversos hombres custodiados. El porqué de esto radica en que la guarda angélica es una ejecución de la divina Providencia sobre los hombres.: Pero la providencia que Dios tiene sobre los hombres es distinta de la que tiene sobre las otras criaturas corruptibles, por tener el hombre y las demás criaturas distinta relación a la incorruptibilidad, pues los hombres no sólo son incorruptibles en cuanto a su especie común, sino también en cuanto a sus propias formas singulares, que son las almas racionales, lo cual no puede decirse de las otras cosas corruptibles. Es evidente, por otra parte, que la providencia de Dios se ocupa principalmente de aquellas cosas que permanecen perpetuamente; en cambio, de las cosas transitorias se ocupa en cuanto las ordena a las perpetuas. Así, pues, la providencia de Dios está en relación con cada uno de los hombres en particular como está en relación con cada uno de los géneros o especies de las cosas corruptibles. Ahora bien, según Gregorio, diversos órdenes angélicos son destinados a los diversos géneros de cosas. Ejemplo: Las Potestades, a ahuyentar a los demonios; las Virtudes, a obrar milagros en las cosas corpóreas; y es también muy verosímil que estén destinados diversos ángeles de un mismo orden a la guarda de las diversas especies de seres. Por lo tanto, es también muy conforme a razón que sean destinados diversos ángeles en particular para la guarda de los diversos nombres.
A las objeciones:
1. A un mismo hombre se le destina guardián por muchos conceptos. Ya sea en cuanto hombre particular, y, bajo este aspecto, para cada hombre se necesita un guardián, y a veces a la custodia de uno solo se destinan varios. O ya sea en cuanto forma parte de una colectividad, y, en este concepto, la guarda de toda la colectividad se encomienda a un solo hombre, al que le corresponde proveer aquellas cosas que se refieren a cada hombre particular en relación con todo el grupo, como son las cosas que hace cada uno exteriormente, de las cuales otros pueden edificarse o escandalizarse. Pero la custodia angélica se destina, además, a los hombres con miras a las cosas invisibles y ocultas que se refieren a la salvación de cada uno en particular en cuanto tales. De ahí que a los diversos hombres se destinen diversos ángeles que les guarden.
2. Como dijimos (q.112 a.3 ad 4), todos los ángeles de la primera jerarquía son directamente iluminados por Dios acerca de algunas cosas, pero hay otras cosas sobre las cuales sólo son iluminados por Dios inmediatamente los ángeles superiores, los cuales las revelan a los inferiores. Y lo mismo se ha de entender de los órdenes inferiores, pues un ángel ínfimo es iluminado en cuanto a algunas cosas por otro supremo; y en cuanto a otras es iluminado por aquel que está inmediatamente sobre él. Y hasta es posible que directamente ilumine a un hombre algún ángel que tiene bajo sí a otros ángeles, a los que ilumina.
3. Aunque los hombres sean iguales en naturaleza, hay entre ellos desigualdad en cuanto que por la divina Providencia unos están destinados a más y otros a menos, conforme a aquello de Ecl 33,11-12: Con su gran sabiduría los distinguió el Señor y les fijó diferentes destinos: a unos los bendijo y los ensalzó, a otros los maldijo y los humilló. Es, pues, más elevado oficio guardar a un hombre que a otro.
Objeciones por las que parece que a cada hombre no le corresponde un ángel custodio:
1. El ángel es de mayor eficacia que el hombre. Pero un solo hombre basta para custodiar muchos hombres. Por lo tanto, con mayor razón puede un solo ángel custodiar muchos hombres.
2. Los seres inferiores son reducidos a Dios por los superiores por medio de los seres intermedios, como dice Dionisio. Pero, como todos los ángeles son desiguales, según dijimos (q.50 a.4), solamente hay un ángel entre el cual y los hombres no hay algún ángel intermedio. Por lo tanto, es uno sólo el ángel que directamente guarda a los hombres.
3. Los ángeles mayores son destinados a los oficios más elevados. Pero guardar a un hombre no es más elevado oficio que guardar a otro, porque todos los hombres son de igual naturaleza. Por lo tanto, no habiendo más que un ángel que no sea mayor que algún otro, según dice Dionisio, parece que los diversos hombres no son custodiados por ángeles diversos.
Contra esto: está lo que Jerónimo, explicando aquello de Mt 18,10: Sus ángeles en el cielo, dice: Grande es la dignidad de las almas, cuando cada una de ellas, desde el momento de nacer, tiene un ángel destinado para su custodia.
Respondo: Angeles diversos están destinados a la custodia de los diversos hombres custodiados. El porqué de esto radica en que la guarda angélica es una ejecución de la divina Providencia sobre los hombres.: Pero la providencia que Dios tiene sobre los hombres es distinta de la que tiene sobre las otras criaturas corruptibles, por tener el hombre y las demás criaturas distinta relación a la incorruptibilidad, pues los hombres no sólo son incorruptibles en cuanto a su especie común, sino también en cuanto a sus propias formas singulares, que son las almas racionales, lo cual no puede decirse de las otras cosas corruptibles. Es evidente, por otra parte, que la providencia de Dios se ocupa principalmente de aquellas cosas que permanecen perpetuamente; en cambio, de las cosas transitorias se ocupa en cuanto las ordena a las perpetuas. Así, pues, la providencia de Dios está en relación con cada uno de los hombres en particular como está en relación con cada uno de los géneros o especies de las cosas corruptibles. Ahora bien, según Gregorio, diversos órdenes angélicos son destinados a los diversos géneros de cosas. Ejemplo: Las Potestades, a ahuyentar a los demonios; las Virtudes, a obrar milagros en las cosas corpóreas; y es también muy verosímil que estén destinados diversos ángeles de un mismo orden a la guarda de las diversas especies de seres. Por lo tanto, es también muy conforme a razón que sean destinados diversos ángeles en particular para la guarda de los diversos nombres.
A las objeciones:
1. A un mismo hombre se le destina guardián por muchos conceptos. Ya sea en cuanto hombre particular, y, bajo este aspecto, para cada hombre se necesita un guardián, y a veces a la custodia de uno solo se destinan varios. O ya sea en cuanto forma parte de una colectividad, y, en este concepto, la guarda de toda la colectividad se encomienda a un solo hombre, al que le corresponde proveer aquellas cosas que se refieren a cada hombre particular en relación con todo el grupo, como son las cosas que hace cada uno exteriormente, de las cuales otros pueden edificarse o escandalizarse. Pero la custodia angélica se destina, además, a los hombres con miras a las cosas invisibles y ocultas que se refieren a la salvación de cada uno en particular en cuanto tales. De ahí que a los diversos hombres se destinen diversos ángeles que les guarden.
2. Como dijimos (q.112 a.3 ad 4), todos los ángeles de la primera jerarquía son directamente iluminados por Dios acerca de algunas cosas, pero hay otras cosas sobre las cuales sólo son iluminados por Dios inmediatamente los ángeles superiores, los cuales las revelan a los inferiores. Y lo mismo se ha de entender de los órdenes inferiores, pues un ángel ínfimo es iluminado en cuanto a algunas cosas por otro supremo; y en cuanto a otras es iluminado por aquel que está inmediatamente sobre él. Y hasta es posible que directamente ilumine a un hombre algún ángel que tiene bajo sí a otros ángeles, a los que ilumina.
3. Aunque los hombres sean iguales en naturaleza, hay entre ellos desigualdad en cuanto que por la divina Providencia unos están destinados a más y otros a menos, conforme a aquello de Ecl 33,11-12: Con su gran sabiduría los distinguió el Señor y les fijó diferentes destinos: a unos los bendijo y los ensalzó, a otros los maldijo y los humilló. Es, pues, más elevado oficio guardar a un hombre que a otro.
Artículo 3: La guarda del hombre, ¿pertenece o no pertenece al último de los órdenes angélicos? lat
Objeciones por las que parece que la custodia del hombre no pertenece sólo al último de los órdenes angélicos:
1. Dice el Crisóstomo que lo dicho en Mt 18,10: Sus ángeles en el cielo, etc., hay que entenderlo no de cualquier ángel, sino de los más eminentes. Por lo tanto, guardan a los hombres los ángeles más eminentes.
2. El Apóstol en Heb 1,14 dice: Los ángeles son enviados para servicio, en favor de los que han de heredar la salvación; de lo cual parece deducirse que la misión de los ángeles se ordena a la guarda de los hombres. Pero cinco órdenes son enviados en ministerio exterior, como dijimos (q.112 a.4). Por lo tanto, todos los ángeles de estos cinco órdenes son destinados a la guarda de los hombres.
3. Para la guarda de los hombres es sobre todo necesario reprimir los demonios; lo cual de modo particular se atribuye a las Potestades, según Gregorio, y obrar milagros, que es lo propio de las Virtudes. Por lo tanto, también estos órdenes son destinados para la custodia, y no sólo el ínfimo.
Contra esto: está el hecho de que la guarda de los hombres se atribuye en Sal 90,11 a los ángeles, cuyo orden es el ínfimo, según Dionisio.
Respondo: Como ya se dijo (a.2 ad 1), la guarda del hombre es de dos clases. 1) Una es custodia particular, según que a cada hombre se destina un ángel custodio distinto; y esta custodia pertenece al ínfimo grado de ángeles, a los que les pertenece, según Gregorio, anunciar las cosas de menor importancia; pareciendo, por otra parte, que el ínfimo entre los oficios de los ángeles es procurar lo que se refiere a la salvación de cada hombre particular. 2) La otra custodia del hombre es la colectiva, a cuya gradación responde la de los diversos órdenes, porque, cuanto más universal es el agente, tanto más superior es. Según esto, la guarda del conjunto de los hombres pertenece al orden de los Principados, o también al de los Arcángeles, que son los príncipes entre los ángeles, por lo cual, a Miguel, que lleva nombre de arcángel, se le llama en Dan 10,13 uno de los príncipes. Después están las Virtudes, que tienen la guarda de todas las naturalezas corpóreas; a las Virtudes siguen las Potestades, que ejercen su dominio sobre los demonios; y, por último, los Principados o las Dominaciones están al cuidado de los espíritus buenos, según Gregorio.
A las objeciones:
1. Las palabras del Crisóstomo pueden entenderse de los ángeles supremos dentro del ínfimo orden, porque, como dice Dionisio, en cada orden hay primeros, medios y últimos. Es también probable que a los ángeles mayores esté encomendada la guarda de aquellos que han sido elegidos por Dios para mayor grado de gloria.
2. No todos los ángeles que son enviados ejercen una custodia particular sobre algún hombre determinado, sino que algunos órdenes la ejercen sobre comunidades de ellos, mayores o menores.
3. Los ángeles inferiores ejercen a veces algunos oficios propios de los superiores, en cuanto que participan algo de los dones de éstos y son respecto de ellos como los ejecutores de su poder. Así es como todos los ángeles del orden ínfimo pueden también reprimir los demonios y obrar milagros.
Objeciones por las que parece que la custodia del hombre no pertenece sólo al último de los órdenes angélicos:
1. Dice el Crisóstomo que lo dicho en Mt 18,10: Sus ángeles en el cielo, etc., hay que entenderlo no de cualquier ángel, sino de los más eminentes. Por lo tanto, guardan a los hombres los ángeles más eminentes.
2. El Apóstol en Heb 1,14 dice: Los ángeles son enviados para servicio, en favor de los que han de heredar la salvación; de lo cual parece deducirse que la misión de los ángeles se ordena a la guarda de los hombres. Pero cinco órdenes son enviados en ministerio exterior, como dijimos (q.112 a.4). Por lo tanto, todos los ángeles de estos cinco órdenes son destinados a la guarda de los hombres.
3. Para la guarda de los hombres es sobre todo necesario reprimir los demonios; lo cual de modo particular se atribuye a las Potestades, según Gregorio, y obrar milagros, que es lo propio de las Virtudes. Por lo tanto, también estos órdenes son destinados para la custodia, y no sólo el ínfimo.
Contra esto: está el hecho de que la guarda de los hombres se atribuye en Sal 90,11 a los ángeles, cuyo orden es el ínfimo, según Dionisio.
Respondo: Como ya se dijo (a.2 ad 1), la guarda del hombre es de dos clases. 1) Una es custodia particular, según que a cada hombre se destina un ángel custodio distinto; y esta custodia pertenece al ínfimo grado de ángeles, a los que les pertenece, según Gregorio, anunciar las cosas de menor importancia; pareciendo, por otra parte, que el ínfimo entre los oficios de los ángeles es procurar lo que se refiere a la salvación de cada hombre particular. 2) La otra custodia del hombre es la colectiva, a cuya gradación responde la de los diversos órdenes, porque, cuanto más universal es el agente, tanto más superior es. Según esto, la guarda del conjunto de los hombres pertenece al orden de los Principados, o también al de los Arcángeles, que son los príncipes entre los ángeles, por lo cual, a Miguel, que lleva nombre de arcángel, se le llama en Dan 10,13 uno de los príncipes. Después están las Virtudes, que tienen la guarda de todas las naturalezas corpóreas; a las Virtudes siguen las Potestades, que ejercen su dominio sobre los demonios; y, por último, los Principados o las Dominaciones están al cuidado de los espíritus buenos, según Gregorio.
A las objeciones:
1. Las palabras del Crisóstomo pueden entenderse de los ángeles supremos dentro del ínfimo orden, porque, como dice Dionisio, en cada orden hay primeros, medios y últimos. Es también probable que a los ángeles mayores esté encomendada la guarda de aquellos que han sido elegidos por Dios para mayor grado de gloria.
2. No todos los ángeles que son enviados ejercen una custodia particular sobre algún hombre determinado, sino que algunos órdenes la ejercen sobre comunidades de ellos, mayores o menores.
3. Los ángeles inferiores ejercen a veces algunos oficios propios de los superiores, en cuanto que participan algo de los dones de éstos y son respecto de ellos como los ejecutores de su poder. Así es como todos los ángeles del orden ínfimo pueden también reprimir los demonios y obrar milagros.
Artículo 4: A todo hombre, ¿le corresponde o no le corresponde tener un ángel custodio? lat
Objeciones por las que parece que a todo hombre no le corresponde tener un ángel custodio:
1. De Cristo se dice en Flp 2,7: Se hizo semejante a los hombres y en la condición de hombre. Si, pues, todos los hombres tienen un ángel custodio, también Cristo debió tener el suyo. Pero esto parece insostenible, por estar Cristo sobre todos los ángeles. Por lo tanto, no todos los hombres tienen su ángel custodio.
2. El primero de los hombres fue Adán. Pero éste no necesitaba de ángel custodio, al menos en el estado de inocencia, ya que entonces no estaba expuesto a peligros. Por lo tanto, no a todos los hombres se destinan ángeles para su guarda.
3. La razón de destinar ángeles a la guarda de hombres es para que los conduzcan a la vida eterna, los estimulen a obrar bien y los protejan contra las asechanzas de los demonios. Pero los hombres que de antemano sabe Dios que se han de condenar, nunca llegarán a la vida eterna; y los infieles, aunque alguna vez hagan cosas buenas, no obran bien porque no las ejecutan con intención recta, que está dirigida por la fe, como dice Agustín, y, finalmente, la venida del Anticristo será acompañada del poder de Satanás (2 Tes 2,9). Por lo tanto, no se destinan ángeles a la custodia de todos los hombres.
Contra esto: está la autoridad de Jerónimo que ya antes citamos (a.2 sedcontra), y que dice: Cada alma tiene un ángel destinado para su custodia.
Respondo: El hombre se encuentra en la vida presente como en un camino por el que ha de marchar hacia su patria. En este camino le amenazan muchos peligros, tanto interiores como exteriores, según aquello del Sal 141,4: En la senda por donde voy me han escondido una trampa. Por eso, así como a los que van por caminos inseguros se les pone guardias, así también a cada uno de los hombres, mientras camina por este mundo, se le da un ángel que le guarde. Pero cuando haya llegado al término de este camino, ya no tendrá ángel custodio, sino que tendrá en el cielo un ángel que con él reine, o en el infierno un demonio que le torture.
A las objeciones:
1. Cristo, en cuanto hombre, era regido directamente por la Palabra de Dios, no necesitando, por tanto, de la guarda de los ángeles. Además, en cuanto al alma, era bienaventurado, si bien por razón del estado de pasibilidad del cuerpo era viador; pero bajo este aspecto no le era debido un ángel custodio como superior, sino un ángel ministro como inferior. Por eso se dice en Mt 4,11: Se acercaron los ángeles y le servían.
2. En el estado de inocencia, el hombre no tenía ningún peligro interior, porque interiormente todo estaba en él bien ordenado, como se dijo (q.95 a.1.3). Pero le acechaba un peligro exterior, el de las envidias del demonio, como lo demostraron los hechos. Necesitaba, pues, de la guarda de los ángeles.
3. Así como los reprobos y los infieles e incluso el anticristo no están privados del auxilio interior de la razón natural, así tampoco están privados del auxilio exterior concedido por Dios a toda la naturaleza humana, es decir, la guarda angélica. Y aunque este auxilio, de hecho, no les sirva para conseguir por medio de sus buenas obras la vida eterna, les sirve, no obstante, para apartarse de ciertos males con que se podrían perjudicar a sí mismos y a otros, porque incluso los mismos demonios son reprimidos por los ángeles buenos para que no hagan todo el daño que quisieren. Tampoco será permitido al anticristo hacer tanto daño como pretenderá.
Objeciones por las que parece que a todo hombre no le corresponde tener un ángel custodio:
1. De Cristo se dice en Flp 2,7: Se hizo semejante a los hombres y en la condición de hombre. Si, pues, todos los hombres tienen un ángel custodio, también Cristo debió tener el suyo. Pero esto parece insostenible, por estar Cristo sobre todos los ángeles. Por lo tanto, no todos los hombres tienen su ángel custodio.
2. El primero de los hombres fue Adán. Pero éste no necesitaba de ángel custodio, al menos en el estado de inocencia, ya que entonces no estaba expuesto a peligros. Por lo tanto, no a todos los hombres se destinan ángeles para su guarda.
3. La razón de destinar ángeles a la guarda de hombres es para que los conduzcan a la vida eterna, los estimulen a obrar bien y los protejan contra las asechanzas de los demonios. Pero los hombres que de antemano sabe Dios que se han de condenar, nunca llegarán a la vida eterna; y los infieles, aunque alguna vez hagan cosas buenas, no obran bien porque no las ejecutan con intención recta, que está dirigida por la fe, como dice Agustín, y, finalmente, la venida del Anticristo será acompañada del poder de Satanás (2 Tes 2,9). Por lo tanto, no se destinan ángeles a la custodia de todos los hombres.
Contra esto: está la autoridad de Jerónimo que ya antes citamos (a.2 sedcontra), y que dice: Cada alma tiene un ángel destinado para su custodia.
Respondo: El hombre se encuentra en la vida presente como en un camino por el que ha de marchar hacia su patria. En este camino le amenazan muchos peligros, tanto interiores como exteriores, según aquello del Sal 141,4: En la senda por donde voy me han escondido una trampa. Por eso, así como a los que van por caminos inseguros se les pone guardias, así también a cada uno de los hombres, mientras camina por este mundo, se le da un ángel que le guarde. Pero cuando haya llegado al término de este camino, ya no tendrá ángel custodio, sino que tendrá en el cielo un ángel que con él reine, o en el infierno un demonio que le torture.
A las objeciones:
1. Cristo, en cuanto hombre, era regido directamente por la Palabra de Dios, no necesitando, por tanto, de la guarda de los ángeles. Además, en cuanto al alma, era bienaventurado, si bien por razón del estado de pasibilidad del cuerpo era viador; pero bajo este aspecto no le era debido un ángel custodio como superior, sino un ángel ministro como inferior. Por eso se dice en Mt 4,11: Se acercaron los ángeles y le servían.
2. En el estado de inocencia, el hombre no tenía ningún peligro interior, porque interiormente todo estaba en él bien ordenado, como se dijo (q.95 a.1.3). Pero le acechaba un peligro exterior, el de las envidias del demonio, como lo demostraron los hechos. Necesitaba, pues, de la guarda de los ángeles.
3. Así como los reprobos y los infieles e incluso el anticristo no están privados del auxilio interior de la razón natural, así tampoco están privados del auxilio exterior concedido por Dios a toda la naturaleza humana, es decir, la guarda angélica. Y aunque este auxilio, de hecho, no les sirva para conseguir por medio de sus buenas obras la vida eterna, les sirve, no obstante, para apartarse de ciertos males con que se podrían perjudicar a sí mismos y a otros, porque incluso los mismos demonios son reprimidos por los ángeles buenos para que no hagan todo el daño que quisieren. Tampoco será permitido al anticristo hacer tanto daño como pretenderá.
Artículo 5: El ángel custodio, ¿empieza o no empieza a guardar al hombre desde el momento de su nacimiento? lat
Objeciones por las que parece que el ángel no empieza a guardar al hombre desde el momento de su nacimiento:
1. Los ángeles son enviados para servicio, en favor de los que han de heredar la salvación, según el Apóstol en Heb 1,14. Pero los hombres comienzan a heredar la salvación al ser bautizados. Por lo tanto, el ángel custodio se asigna al hombre desde el momento del bautismo y no desde el momento de nacer.
2. Los hombres son custodiados por los ángeles en cuanto son iluminados por ellos doctrinalmente. Pero los niños recién nacidos no son capaces de ser adoctrinados, puesto que no tienen uso de razón. Por lo tanto, a los niños recién nacidos no se asignan ángeles custodios.
3. Mientras los niños están en el útero materno tienen en algún tiempo alma racional, como la tienen después de nacer. Pero, mientras están en el útero materno, se cree que no tienen ángeles custodios propios, como tampoco se les confiere en ese tiempo sacramento alguno por los ministros de la Iglesia. Por lo tanto, no se asignan ángeles custodios a los hombres desde el momento de nacer.
Contra esto: está lo que dice Jerónimo: Cada alma tiene señalado su ángel custodio desde el momento de nacer.
Respondo: Como dice Orígenes, sobre esto hay dos opiniones. Pues unos creen que los ángeles custodios se asignan a los hombres al momento de ser bautizados, y otros que al momento de nacer. Por esta segunda opinión se inclina Jerónimo, y no sin razón. Ciertamente que los beneficios conferidos por Dios al hombre en cuanto que es cristiano, comienzan desde el momento del bautismo, como el poder recibir la Eucaristía y otros semejantes; pero los que Dios le otorga en atención a su naturaleza racional, se le confieren desde el momento en que, al nacer, recibe la naturaleza. Ahora bien, según lo dicho (a.1.4), el beneficio del ángel custodio pertenece a la segunda clase. Por lo tanto, desde el momento mismo de nacer tiene el hombre asignado su ángel custodio.
A las objeciones:
1. Mirando al último efecto de la guarda angélica, que es la consecución de la salvación, sólo son enviados eficazmente en ministerio los ángeles custodios de los que consiguen la salvación. Sin embargo, no se niega el ministerio de los ángeles a los demás, aunque no tenga en ellos la eficacia de llevarles a la vida eterna. Es todavía eficaz el ministerio en cuanto que los libra de muchos otros males.
2. La función de custodiar se ordena a la iluminación doctrinal, como a su último y principal efecto. Pero tiene, además, otros muchos efectos que no se excluyen de los niños, tales como reprimir a los demonios e impedir otros daños, tanto espirituales como corporales.
3. Mientras el niño está en el útero materno, no está totalmente separado de la madre, sino que por virtud de cierto ligamen continúa siendo en algún modo algo de ella, como es algo del árbol el fruto que de él pende. No es, pues, improbable que el mismo ángel custodio de la madre guarde también a la prole que ésta lleva en su seno. Pero cuando al nacer se separa de la madre, se le asigna su propio ángel custodio, como dice Jerónimo.
Objeciones por las que parece que el ángel no empieza a guardar al hombre desde el momento de su nacimiento:
1. Los ángeles son enviados para servicio, en favor de los que han de heredar la salvación, según el Apóstol en Heb 1,14. Pero los hombres comienzan a heredar la salvación al ser bautizados. Por lo tanto, el ángel custodio se asigna al hombre desde el momento del bautismo y no desde el momento de nacer.
2. Los hombres son custodiados por los ángeles en cuanto son iluminados por ellos doctrinalmente. Pero los niños recién nacidos no son capaces de ser adoctrinados, puesto que no tienen uso de razón. Por lo tanto, a los niños recién nacidos no se asignan ángeles custodios.
3. Mientras los niños están en el útero materno tienen en algún tiempo alma racional, como la tienen después de nacer. Pero, mientras están en el útero materno, se cree que no tienen ángeles custodios propios, como tampoco se les confiere en ese tiempo sacramento alguno por los ministros de la Iglesia. Por lo tanto, no se asignan ángeles custodios a los hombres desde el momento de nacer.
Contra esto: está lo que dice Jerónimo: Cada alma tiene señalado su ángel custodio desde el momento de nacer.
Respondo: Como dice Orígenes, sobre esto hay dos opiniones. Pues unos creen que los ángeles custodios se asignan a los hombres al momento de ser bautizados, y otros que al momento de nacer. Por esta segunda opinión se inclina Jerónimo, y no sin razón. Ciertamente que los beneficios conferidos por Dios al hombre en cuanto que es cristiano, comienzan desde el momento del bautismo, como el poder recibir la Eucaristía y otros semejantes; pero los que Dios le otorga en atención a su naturaleza racional, se le confieren desde el momento en que, al nacer, recibe la naturaleza. Ahora bien, según lo dicho (a.1.4), el beneficio del ángel custodio pertenece a la segunda clase. Por lo tanto, desde el momento mismo de nacer tiene el hombre asignado su ángel custodio.
A las objeciones:
1. Mirando al último efecto de la guarda angélica, que es la consecución de la salvación, sólo son enviados eficazmente en ministerio los ángeles custodios de los que consiguen la salvación. Sin embargo, no se niega el ministerio de los ángeles a los demás, aunque no tenga en ellos la eficacia de llevarles a la vida eterna. Es todavía eficaz el ministerio en cuanto que los libra de muchos otros males.
2. La función de custodiar se ordena a la iluminación doctrinal, como a su último y principal efecto. Pero tiene, además, otros muchos efectos que no se excluyen de los niños, tales como reprimir a los demonios e impedir otros daños, tanto espirituales como corporales.
3. Mientras el niño está en el útero materno, no está totalmente separado de la madre, sino que por virtud de cierto ligamen continúa siendo en algún modo algo de ella, como es algo del árbol el fruto que de él pende. No es, pues, improbable que el mismo ángel custodio de la madre guarde también a la prole que ésta lleva en su seno. Pero cuando al nacer se separa de la madre, se le asigna su propio ángel custodio, como dice Jerónimo.
Artículo 6: El ángel, ¿abandona o no abandona alguna vez al hombre? lat
Objeciones por las que parece que los ángeles custodios abandonan al hombre alguna vez:
1. Se dice en Jer 51,9 en persona de los ángeles: Hemos querido curarla, pero no se ha curado, dejémosla. Y en Isa 5,5: Derribaré su cerca, y será hollada, esto es, quitará la guarda de los ángeles, según la Glosa.
2. Más importante es la guarda de Dios que la de los ángeles. Pero Dios abandona alguna vez al hombre, según aquello del Sal 21,2: Dios mío, Dios mío, ¿por qué me has abandonado? Por lo tanto, con mayor razón abandonará al hombre el ángel custodio.
3. Dice el Damasceno: Los ángeles, cuando están aquí con nosotros, no están en el cielo. Pero algunas veces están en el cielo. Por lo tanto, nos abandonan alguna vez.
Contra esto: los demonios están siempre asediándonos, según aquello de 1 Pe 5,8: Vuestro adversario el diablo como león rugiente, anda rondando y busca a quien devorar. Por lo tanto, mucho más los ángeles buenos estarán siempre a nuestro lado.
Respondo: La guarda angélica, como dijimos (a.2), es cierta ejecución de los designios de Dios sobre los hombres. Ahora bien, es cierto que ni el hombre ni cosa alguna se sustrae totalmente de la Providencia divina, porque, en tanto participa algo de la providencia universal en cuanto participa del ser. Pero en tanto se dice que Dios deja a alguno abandonado del orden de su providencia en cuanto permite que tal hombre sufra algún defecto de pena o de culpa. Pues de igual modo se ha de decir también que el ángel custodio nunca se desentiende totalmente del hombre, aunque sí le abandona de algún modo a veces, a saber: en cuanto no impide que caiga bajo alguna tribulación e incluso en pecado, conformándose en esto el ángel con el orden de los juicios divinos. En este sentido se dice que Babilonia y el pueblo israelita fueron abandonados por sus ángeles custodios, porque éstos no impidieron que sufrieran tribulaciones.
A las objeciones:
1-2. La respuesta está incluida en lo expuesto.
3. Aunque alguna vez el ángel se aleja localmente del hombre, nunca le abandona en cuanto al efecto de la guarda, porque incluso desde el cielo sabe lo que le sucede al hombre, y no necesita intervalo para el movimiento local, sino que, instantáneamente, puede acudir a su lado.
Objeciones por las que parece que los ángeles custodios abandonan al hombre alguna vez:
1. Se dice en Jer 51,9 en persona de los ángeles: Hemos querido curarla, pero no se ha curado, dejémosla. Y en Isa 5,5: Derribaré su cerca, y será hollada, esto es, quitará la guarda de los ángeles, según la Glosa.
2. Más importante es la guarda de Dios que la de los ángeles. Pero Dios abandona alguna vez al hombre, según aquello del Sal 21,2: Dios mío, Dios mío, ¿por qué me has abandonado? Por lo tanto, con mayor razón abandonará al hombre el ángel custodio.
3. Dice el Damasceno: Los ángeles, cuando están aquí con nosotros, no están en el cielo. Pero algunas veces están en el cielo. Por lo tanto, nos abandonan alguna vez.
Contra esto: los demonios están siempre asediándonos, según aquello de 1 Pe 5,8: Vuestro adversario el diablo como león rugiente, anda rondando y busca a quien devorar. Por lo tanto, mucho más los ángeles buenos estarán siempre a nuestro lado.
Respondo: La guarda angélica, como dijimos (a.2), es cierta ejecución de los designios de Dios sobre los hombres. Ahora bien, es cierto que ni el hombre ni cosa alguna se sustrae totalmente de la Providencia divina, porque, en tanto participa algo de la providencia universal en cuanto participa del ser. Pero en tanto se dice que Dios deja a alguno abandonado del orden de su providencia en cuanto permite que tal hombre sufra algún defecto de pena o de culpa. Pues de igual modo se ha de decir también que el ángel custodio nunca se desentiende totalmente del hombre, aunque sí le abandona de algún modo a veces, a saber: en cuanto no impide que caiga bajo alguna tribulación e incluso en pecado, conformándose en esto el ángel con el orden de los juicios divinos. En este sentido se dice que Babilonia y el pueblo israelita fueron abandonados por sus ángeles custodios, porque éstos no impidieron que sufrieran tribulaciones.
A las objeciones:
1-2. La respuesta está incluida en lo expuesto.
3. Aunque alguna vez el ángel se aleja localmente del hombre, nunca le abandona en cuanto al efecto de la guarda, porque incluso desde el cielo sabe lo que le sucede al hombre, y no necesita intervalo para el movimiento local, sino que, instantáneamente, puede acudir a su lado.
Artículo 7: Los ángeles custodios, ¿sufren o no sufren por el mal que le sucede al custodiado? lat
Objeciones por las que parece que los ángeles custodios sufren por el mal que Le sucede al custodiada-,
1. Se dice en Isa 33,7; Llorarán amargamente los ángeles de paz. Pero el llanto es señal de dolor y tristeza. Por lo tanto, los ángeles se entristecen con los males de aquellos a quienes guardan.
2. La tristeza, dice Agustín, lo es de aquellas cosas que suceden a pesar nuestro. Pero la perdición del hombre custodiado es contra la voluntad de su ángel custodio. Por lo tanto, los ángeles se entristecen por la perdición de los hombres.
3. Como la tristeza se opone al gozo, así el pecado a la penitencia. Pero los ángeles gozan cuando el pecador hace penitencia, como se dice en Lc. 15,7. Por lo tanto, se entristecen cuando un justo cae en pecado.
4. A propósito de las palabras de Núm 18,12: todo lo que se ofrece de las primicias, dice Orígenes en su Glosa: Los ángeles son llamados a juicio para saber si por negligencia suya o por abandono de los hombres cayeron éstos en pecado. Pero con razón se duelen todos de aquellos males por los que son llamados a juicio. Por lo tanto, los ángeles se duelen de los pecados de los hombres.
Contra esto: donde hay tristeza y dolor, no hay dicha completa. Por eso se dice en Apoc 21,4: No habrá más muerte, ni llanto, ni clamor, ni dolor alguno. Pero los ángeles son completamente dichosos. Por lo tanto, de nada se duelen.
Respondo: Los ángeles no sufren ni por los pecados ni por las penas de los hombres. La tristeza y el dolor no son, dice Agustín, sino de aquello que sucede contra la voluntad. Pero nada sucede en el mundo contra la voluntad de los ángeles ni de los demás bienaventurados, porque su voluntad está perfectamente conforme al orden de la justicia divina, y nada se hace en el mundo sino aquello que es hecho o permitido por la justicia divina. Por eso, hablando en absoluto, nada acontece en el mundo contra la voluntad de los bienaventurados. Efectivamente, se denomina voluntario simplemente o en absoluto, según el Filósofo en III Ethic., aquello que alguno quiere de hecho al obrar en concreto después de consideradas todas las circunstancias, si bien no sería voluntaria tal cosa considerada sin esas circunstancias. Ejemplo: El navegante rehusa arrojar las mercancías al mar si considera tal acto sólo en absoluto y en abstracto, pero, ante la inminencia del peligro para su salvación, quiere tal acto, por lo cual tal acción es voluntaria más que involuntaria.
De igual modo, los ángeles no quieren los pecados y las penas de los hombres mirando esto en absoluto y en abstracto. Quieren que se guarde en esto el orden de la justicia divina, según el cual algunos sufren castigos y se les tolera el pecar.
A las objeciones:
1. Las palabras de Isaías pueden entenderse de aquellos ángeles o mensajeros de Ezequías que lloraron al oír las palabras de Rabsaces, y que se menciona en Is 37,2ss. Esto en cuanto al sentido literal. Pero, según el sentido alegórico, los ángeles de paz son los apóstoles y otros predicadores, que lloran por los pecados de los hombres. Y si estas palabras se quieren entender de los ángeles buenos, según el sentido anágogico, entonces son una expresión metafórica para expresar que los ángeles quieren la salvación de los hombres, considerada ésta sólo en sí misma. De este modo se atribuyen efectivamente a Dios y a los ángeles las pasiones de este género.
2. La respuesta está incluida en lo expuesto.
3. Tanto en la penitencia de los hombres como en el pecado, queda siempre una razón de gozo para los ángeles, esto es, el cumplimiento de los designios divinos.
4. Los ángeles son llamados a juicio por los pecados de los hombres, no como reos, sino como testigos, para convencer a los hombres de su dejadez.
Objeciones por las que parece que los ángeles custodios sufren por el mal que Le sucede al custodiada-,
1. Se dice en Isa 33,7; Llorarán amargamente los ángeles de paz. Pero el llanto es señal de dolor y tristeza. Por lo tanto, los ángeles se entristecen con los males de aquellos a quienes guardan.
2. La tristeza, dice Agustín, lo es de aquellas cosas que suceden a pesar nuestro. Pero la perdición del hombre custodiado es contra la voluntad de su ángel custodio. Por lo tanto, los ángeles se entristecen por la perdición de los hombres.
3. Como la tristeza se opone al gozo, así el pecado a la penitencia. Pero los ángeles gozan cuando el pecador hace penitencia, como se dice en Lc. 15,7. Por lo tanto, se entristecen cuando un justo cae en pecado.
4. A propósito de las palabras de Núm 18,12: todo lo que se ofrece de las primicias, dice Orígenes en su Glosa: Los ángeles son llamados a juicio para saber si por negligencia suya o por abandono de los hombres cayeron éstos en pecado. Pero con razón se duelen todos de aquellos males por los que son llamados a juicio. Por lo tanto, los ángeles se duelen de los pecados de los hombres.
Contra esto: donde hay tristeza y dolor, no hay dicha completa. Por eso se dice en Apoc 21,4: No habrá más muerte, ni llanto, ni clamor, ni dolor alguno. Pero los ángeles son completamente dichosos. Por lo tanto, de nada se duelen.
Respondo: Los ángeles no sufren ni por los pecados ni por las penas de los hombres. La tristeza y el dolor no son, dice Agustín, sino de aquello que sucede contra la voluntad. Pero nada sucede en el mundo contra la voluntad de los ángeles ni de los demás bienaventurados, porque su voluntad está perfectamente conforme al orden de la justicia divina, y nada se hace en el mundo sino aquello que es hecho o permitido por la justicia divina. Por eso, hablando en absoluto, nada acontece en el mundo contra la voluntad de los bienaventurados. Efectivamente, se denomina voluntario simplemente o en absoluto, según el Filósofo en III Ethic., aquello que alguno quiere de hecho al obrar en concreto después de consideradas todas las circunstancias, si bien no sería voluntaria tal cosa considerada sin esas circunstancias. Ejemplo: El navegante rehusa arrojar las mercancías al mar si considera tal acto sólo en absoluto y en abstracto, pero, ante la inminencia del peligro para su salvación, quiere tal acto, por lo cual tal acción es voluntaria más que involuntaria.
De igual modo, los ángeles no quieren los pecados y las penas de los hombres mirando esto en absoluto y en abstracto. Quieren que se guarde en esto el orden de la justicia divina, según el cual algunos sufren castigos y se les tolera el pecar.
A las objeciones:
1. Las palabras de Isaías pueden entenderse de aquellos ángeles o mensajeros de Ezequías que lloraron al oír las palabras de Rabsaces, y que se menciona en Is 37,2ss. Esto en cuanto al sentido literal. Pero, según el sentido alegórico, los ángeles de paz son los apóstoles y otros predicadores, que lloran por los pecados de los hombres. Y si estas palabras se quieren entender de los ángeles buenos, según el sentido anágogico, entonces son una expresión metafórica para expresar que los ángeles quieren la salvación de los hombres, considerada ésta sólo en sí misma. De este modo se atribuyen efectivamente a Dios y a los ángeles las pasiones de este género.
2. La respuesta está incluida en lo expuesto.
3. Tanto en la penitencia de los hombres como en el pecado, queda siempre una razón de gozo para los ángeles, esto es, el cumplimiento de los designios divinos.
4. Los ángeles son llamados a juicio por los pecados de los hombres, no como reos, sino como testigos, para convencer a los hombres de su dejadez.
Artículo 8: Entre los ángeles, ¿hay o no hay discrepancias por motivo de la custodia? lat
Objeciones por las que parece que entre los ángeles no pueden haber discrepancias ni discordia:
1. Se dice en Job 25,2: El mantiene la paz en sus alturas. Pero la lucha se opone a la paz. Por lo tanto, entre los ángeles del cielo no hay lucha.
2. Donde hay perfecta caridad y justa prelacia no puede haber lucha. Pues ambas cosas existen en los ángeles. Por lo tanto, no hay entre ellos discrepancia.
3. Si se dice que los ángeles luchan por aquellos a quienes guardan, es preciso que un ángel favorezca a una parte y otro a otra. Pero, si de una parte está la justicia, de la otra estará, por el contrario, la injusticia. Se seguirá, pues, que un ángel bueno sea promotor de la injusticia. Esto es inadmisible. Por lo tanto, no hay discrepancia entre los ángeles buenos.
Contra esto: está lo que se dice en Dan 10,13, en persona del arcángel Gabriel: El príncipe del reino de los persas me ha resistido por veintiún días. Pero este príncipe de los persas era el ángel custodio del reino persa. Luego un ángel bueno resiste a otro. Por lo tanto, hay discrepancia entre ellos.
Respondo: Se suscita esta cuestión con ocasión de las citadas palabras de Daniel. Jerónimo las explica diciendo que el príncipe del reino de los persas era el ángel que se opuso a la liberación del pueblo israelita, por el que oraba Daniel, cuyas preces presentaba a Dios Gabriel. Esta resistencia pudo tener lugar porque algún príncipe de los demonios indujera a pecar a los judíos conducidos a Persia, por lo cual se ponía impedimento a la oración de Daniel, que oraba por aquel pueblo.
En cambio, según Gregorio en XVII Moral., el príncipe del reino de los persas fue un ángel bueno, el ángel custodio de aquel reino. Para comprender, pues, cómo un ángel discrepa con otro, hay que tener presente que los divinos juicios se ejercen sobre diversos reinos y diversos hombres por medio de los ángeles. Estos se rigen, en sus acciones, por el juicio divino. Pero a veces sucede que hay contrarios méritos o deméritos en los diversos reinos o en los diversos hombres, por lo que tienen que someterse o ser mandados unos por otros. Cuál es en estos casos el orden de la divina Sabiduría, no pueden saberlo los ángeles sin que Dios se lo revele. Por eso necesitan consultar sobre ello a la Sabiduría de Dios. Se dice que discrepan entre sí en cuanto que consultan a la voluntad divina acerca de méritos contrarios e incompatibles entre sí, no porque sus respectivas voluntades sean contrarias, pues todos están acordes en que se cumpla la sentencia divina, ni porque los intereses sobre los que consultan sean incompatibles.
A las objeciones: Está incluida en lo dicho.
FONTE:http://congregacionobispoaloishudal.blogspot.com/2010/10/los-angeles-custodios-santo-tomas-de.htmlObjeciones por las que parece que entre los ángeles no pueden haber discrepancias ni discordia:
1. Se dice en Job 25,2: El mantiene la paz en sus alturas. Pero la lucha se opone a la paz. Por lo tanto, entre los ángeles del cielo no hay lucha.
2. Donde hay perfecta caridad y justa prelacia no puede haber lucha. Pues ambas cosas existen en los ángeles. Por lo tanto, no hay entre ellos discrepancia.
3. Si se dice que los ángeles luchan por aquellos a quienes guardan, es preciso que un ángel favorezca a una parte y otro a otra. Pero, si de una parte está la justicia, de la otra estará, por el contrario, la injusticia. Se seguirá, pues, que un ángel bueno sea promotor de la injusticia. Esto es inadmisible. Por lo tanto, no hay discrepancia entre los ángeles buenos.
Contra esto: está lo que se dice en Dan 10,13, en persona del arcángel Gabriel: El príncipe del reino de los persas me ha resistido por veintiún días. Pero este príncipe de los persas era el ángel custodio del reino persa. Luego un ángel bueno resiste a otro. Por lo tanto, hay discrepancia entre ellos.
Respondo: Se suscita esta cuestión con ocasión de las citadas palabras de Daniel. Jerónimo las explica diciendo que el príncipe del reino de los persas era el ángel que se opuso a la liberación del pueblo israelita, por el que oraba Daniel, cuyas preces presentaba a Dios Gabriel. Esta resistencia pudo tener lugar porque algún príncipe de los demonios indujera a pecar a los judíos conducidos a Persia, por lo cual se ponía impedimento a la oración de Daniel, que oraba por aquel pueblo.
En cambio, según Gregorio en XVII Moral., el príncipe del reino de los persas fue un ángel bueno, el ángel custodio de aquel reino. Para comprender, pues, cómo un ángel discrepa con otro, hay que tener presente que los divinos juicios se ejercen sobre diversos reinos y diversos hombres por medio de los ángeles. Estos se rigen, en sus acciones, por el juicio divino. Pero a veces sucede que hay contrarios méritos o deméritos en los diversos reinos o en los diversos hombres, por lo que tienen que someterse o ser mandados unos por otros. Cuál es en estos casos el orden de la divina Sabiduría, no pueden saberlo los ángeles sin que Dios se lo revele. Por eso necesitan consultar sobre ello a la Sabiduría de Dios. Se dice que discrepan entre sí en cuanto que consultan a la voluntad divina acerca de méritos contrarios e incompatibles entre sí, no porque sus respectivas voluntades sean contrarias, pues todos están acordes en que se cumpla la sentencia divina, ni porque los intereses sobre los que consultan sean incompatibles.
A las objeciones: Está incluida en lo dicho.
domingo, 6 de maio de 2012
Las oraciones de León XIII a San Miguel Arcángel por la Iglesia
Se los invita a la Santa
Misa, según el Rito de San Pío V, para celebrar a San Miguel
Arcángel, en el Antiguo Misal y a Nuestra Señora de Lujan, será en el Convento
de San Martín de Porres. 15.30. Hs. Rezo del Santo Rosario. 16
hs. Santa Misa Cantada por Revendo Pater Fray Marcos Antonio
Foschiatti. OP. Dirección del Convento. Ruta 2 Km 395 ½
Barrio Las Margaritas. (Cerca del Aeroparque) Mar del Plata 8 de Mayo de 2010. Pro Deum ad Patria.
A partir del siglo XIX, se empezaron a rezar unas oraciones especiales luego de la Misa Se trata de súplicas añadidas en tiempos de tribulación, oraciones por las grandes intenciones de la Iglesia, en las que debe participar también el pueblo, y que por eso se rezan con los fieles en su propia lengua. El mismo León XIII, en 1886 introdujo la invocación del Arcángel San Miguel*. No se trata de una nueva oración, sino de una invocación aislada, con carácter de exorcismo, rarísima en la liturgia romana.(Jungmann, Josef, El Sacrificio de la Misa, BAC página 1026). Las palabras del principio de la invocación se encuentran en el verso aleluyático de las misas del arcángel San Miguel, el 8 de mayo y el 29 de septiembre - contra una leyenda(1) que se iba formando acerca del origen de esta invocación, se dirige Bers (Die Gebete nach hl. Messe: "Theol.-prakt. Quartalschrift", 87[1934] 161-163 - Con todo, recuerdo que don Francisco Brehm, consejero eclesiástico de la editorial litúrgica Fr. Pustetd (Ratisbona), recién vuelto de un viaje de Roma, nos contó, hacia el año 1928, que en una sesión para la Sagrada Congregación de Ritos en que se trataba de derogar estas oraciones, y a la que él asistió, cuando ya todos estaban de acuerdo para suprimirlas, un anciano cardenal, cuyo nombre no recuerdo, se levantó para contar que el mismo León XIII le había dicho que la invocación de San Miguel la había añadido contra la amenaza de la francmasonería, movido a ello por una revelación sobrenatural.-(N del T)
"La ordenación de las preces finales por León XIII fue publicada por primera vez en el Monitore eccesiastico (1885-87) p. 150 s ; cf I. Piazzoni, De precibus post Missam imperatis: "Eph. Liturg.", 69 (1955) 54-60. Aquí también hay pormenores sobre la invocación de San Miguel Arcángel (58 n.9) - Como es sabido Pío XI, y luego Pío XII señalaron como intención de estas preces rogar por Rusia (Act. Ap. Sedis, 22 [1930] 301; 44 [1952] 308.
Oración a San Miguel Aréngel del papa León XII
San Miguel Arcángel, defiéndenos en el combate contra las maldades e insidias del demonio. Se nuestra ayuda, te rogamos suplicantes. ¡Que el Señor nos lo conceda! Y tú, príncipe de las milicias celestiales, con el poder que te viene de Dios arroja en el infierno a Satanás y a los otros espíritus malignos que ambulan por el mundo para la perdición de las almas.
Oración a San Miguel
(León XIII, 18 de mayo de 1890; Acta Apostolicae Sedis, p. 743)
¡Oh glorioso príncipe de las milicias celestes, san Miguel arcángel, defiéndenos en el combate y en la terrible lucha que debemos sostener contra los principados y las potencias, contra los príncipes de este mundo de tinieblas, contra los espíritus malignos! Ven en auxilio de los hombres que Dios ha creado inmortales, que formó a su imagen y semejanza y que rescató a gran precio de la tiranía del demonio. Combate en este día, con el ejército de los santos ángeles, los combates del Señor como en otro tiempo combatiste contra Lucifer, el jefe de los orgullosos, y contra los ángeles apóstatas que fueron impotentes de resistirte y para quien no hubo nunca jamás lugar en el cielo. Si ese monstruo, esa antigua serpiente que se llama demonio y Satán, él que seduce al mundo entero, fue precipitado con sus ángeles al fondo del abismo.
Pero he aquí que ese antiguo enemigo, este primer homicida ha levantado ferozmente la cabeza. Disfrazado como ángel de luz y seguido de toda la turba y seguido de espíritu malignos, recorre el mundo entero para apoderarse de él y desterrar el Nombre de Dios y de su Cristo, para hundir, matar y entregar a la perdición eterna a las almas destinadas a la eterna corona de gloria. Sobre hombres de espíritu perverso y de corazón corrupto, este dragón malvado derrama también, como un torrente de fango impuro el veneno de su malicia infernal, es decir el espíritu de mentira, de impiedad, de blasfemia y el soplo envenado de la impudicia, de los vicios y de todas las abominaciones. Enemigos llenos de astucia han colmado de oprobios y amarguras a la Iglesia, esposa del Cordero inmaculado, y sobre sus bienes más sagrados han puesto sus manos criminales. Aun en este lugar sagrado, donde fue establecida la Sede de Pedro y la cátedra de la Verdad que debe iluminar al mundo, han elevado el abominable trono de su impiedad con el designio inicuo de herir al Pastor y dispersar al rebaño.
Te suplicamos, pues, Oh príncipe invencible, contra los ataques de esos espíritus réprobos, auxilia al pueblo de Dios y dale la victoria. Este pueblo te venera como su protector y su patrono, y la Iglesia se gloría de tenerte como defensor contra los malignos poderes del infierno. A ti te confió Dios el cuidado de conducir a las almas a la beatitud celeste. ¡Ah! Ruega pues al Dios de la paz que ponga bajo nuestros pies a Satanás vencido y de tal manera abatido que no pueda nunca más mantener a los hombres en la esclavitud, ni causar perjuicio a la Iglesia. Presenta nuestras oraciones ante la mirada del Todopoderoso, para que las misericordias del Señor nos alcancen cuanto antes. Somete al dragón, la antigua serpiente que es diablo y Satán, encadénalo y precipítalo en el abismo, para que no pueda seducir a los pueblos. Amén
- He aquí la Cruz del Señor, huyan potencias enemigas.
Venció el León de Judá, el retoño de David
-Que tus misericordias, Oh Señor se realicen sobre nosotros.
Como hemos esperado de ti.
-Señor, escucha mi oración
Y que mis gritos se eleven hasta ti.
Oh Dios Padre Nuestro Señor Jesucristo, invocamos tu Santo Nombre, e imploramos insistentemente tu clemencia para que por la intercesión de María inmaculada siempre Virgen, nuestra Madre, y del glorioso san Miguel arcángel, te dignes auxiliarnos contra Satán y todos los otros espíritus inmundos que recorren la tierra para dañar al género humano y perder las almas. Amén
1 Insertamos aquí el texto de la referida leyenda que circula libremente en Internet: La oración a San Miguel del Papa León XIII: En Octubre 13, 1884, el Papa León XIII, experimento una visión horrible. Después de celebrar la Eucaristía, estaba consultando sobre ciertos temas con sus cardenales en la capilla privada del Vaticano cuando de pronto se detuvo al pie del altar y quedo sumido en una realidad que solo el veía. Su rostro tenia expresión de horror y de impacto. Se fue palideciendo. Algo muy duro había visto. De repente, se incorporo, levanto su mano como saludando y se fue a su estudio privado. Lo siguieron y le preguntaron: ¿Que le sucede su Santidad? ¿Se siente mal?
El respondió: "¡Oh, que imágenes tan terribles se me han permitido ver y escuchar!", y se encerró en su oficina.
¿Qué vio León XIII? "Vi demonios y oí sus crujidos, sus blasfemias, sus burlas. Oí la espeluznante voz de Satanás desafiando a Dios, diciendo que el podía destruir la Iglesia y llevar todo el mundo al infierno si se le daba suficiente tiempo y poder. Satanás pidió permiso a Dios de tener 100 años para poder influenciar al mundo como nunca antes había podido hacerlo." También León XIII pudo comprender que si el demonio no lograba cumplir su propósito en el tiempo permitido, sufriría una derrota humillante. Vio a San Miguel Arcángel aparecer y lanzar a Satanás con sus legiones en el abismo del infierno.
Después de media hora, llamo al Secretario para la Congregación de Ritos. Le entrego una hoja de papel y le ordeno que la enviara a todos los obispos del mundo indicando que bajo mandato tenia que ser recitada después de cada misa, la oración que ahí el había escrito.
Extraido de ACI Prensa.
visto em:Dio con nosotros
Misa, según el Rito de San Pío V, para celebrar a San Miguel
Arcángel, en el Antiguo Misal y a Nuestra Señora de Lujan, será en el Convento
de San Martín de Porres. 15.30. Hs. Rezo del Santo Rosario. 16
hs. Santa Misa Cantada por Revendo Pater Fray Marcos Antonio
Foschiatti. OP. Dirección del Convento. Ruta 2 Km 395 ½
Barrio Las Margaritas. (Cerca del Aeroparque) Mar del Plata 8 de Mayo de 2010. Pro Deum ad Patria.
A partir del siglo XIX, se empezaron a rezar unas oraciones especiales luego de la Misa Se trata de súplicas añadidas en tiempos de tribulación, oraciones por las grandes intenciones de la Iglesia, en las que debe participar también el pueblo, y que por eso se rezan con los fieles en su propia lengua. El mismo León XIII, en 1886 introdujo la invocación del Arcángel San Miguel*. No se trata de una nueva oración, sino de una invocación aislada, con carácter de exorcismo, rarísima en la liturgia romana.(Jungmann, Josef, El Sacrificio de la Misa, BAC página 1026). Las palabras del principio de la invocación se encuentran en el verso aleluyático de las misas del arcángel San Miguel, el 8 de mayo y el 29 de septiembre - contra una leyenda(1) que se iba formando acerca del origen de esta invocación, se dirige Bers (Die Gebete nach hl. Messe: "Theol.-prakt. Quartalschrift", 87[1934] 161-163 - Con todo, recuerdo que don Francisco Brehm, consejero eclesiástico de la editorial litúrgica Fr. Pustetd (Ratisbona), recién vuelto de un viaje de Roma, nos contó, hacia el año 1928, que en una sesión para la Sagrada Congregación de Ritos en que se trataba de derogar estas oraciones, y a la que él asistió, cuando ya todos estaban de acuerdo para suprimirlas, un anciano cardenal, cuyo nombre no recuerdo, se levantó para contar que el mismo León XIII le había dicho que la invocación de San Miguel la había añadido contra la amenaza de la francmasonería, movido a ello por una revelación sobrenatural.-(N del T)
"La ordenación de las preces finales por León XIII fue publicada por primera vez en el Monitore eccesiastico (1885-87) p. 150 s ; cf I. Piazzoni, De precibus post Missam imperatis: "Eph. Liturg.", 69 (1955) 54-60. Aquí también hay pormenores sobre la invocación de San Miguel Arcángel (58 n.9) - Como es sabido Pío XI, y luego Pío XII señalaron como intención de estas preces rogar por Rusia (Act. Ap. Sedis, 22 [1930] 301; 44 [1952] 308.
Oración a San Miguel Aréngel del papa León XII
San Miguel Arcángel, defiéndenos en el combate contra las maldades e insidias del demonio. Se nuestra ayuda, te rogamos suplicantes. ¡Que el Señor nos lo conceda! Y tú, príncipe de las milicias celestiales, con el poder que te viene de Dios arroja en el infierno a Satanás y a los otros espíritus malignos que ambulan por el mundo para la perdición de las almas.
Oración a San Miguel
(León XIII, 18 de mayo de 1890; Acta Apostolicae Sedis, p. 743)
¡Oh glorioso príncipe de las milicias celestes, san Miguel arcángel, defiéndenos en el combate y en la terrible lucha que debemos sostener contra los principados y las potencias, contra los príncipes de este mundo de tinieblas, contra los espíritus malignos! Ven en auxilio de los hombres que Dios ha creado inmortales, que formó a su imagen y semejanza y que rescató a gran precio de la tiranía del demonio. Combate en este día, con el ejército de los santos ángeles, los combates del Señor como en otro tiempo combatiste contra Lucifer, el jefe de los orgullosos, y contra los ángeles apóstatas que fueron impotentes de resistirte y para quien no hubo nunca jamás lugar en el cielo. Si ese monstruo, esa antigua serpiente que se llama demonio y Satán, él que seduce al mundo entero, fue precipitado con sus ángeles al fondo del abismo.
Pero he aquí que ese antiguo enemigo, este primer homicida ha levantado ferozmente la cabeza. Disfrazado como ángel de luz y seguido de toda la turba y seguido de espíritu malignos, recorre el mundo entero para apoderarse de él y desterrar el Nombre de Dios y de su Cristo, para hundir, matar y entregar a la perdición eterna a las almas destinadas a la eterna corona de gloria. Sobre hombres de espíritu perverso y de corazón corrupto, este dragón malvado derrama también, como un torrente de fango impuro el veneno de su malicia infernal, es decir el espíritu de mentira, de impiedad, de blasfemia y el soplo envenado de la impudicia, de los vicios y de todas las abominaciones. Enemigos llenos de astucia han colmado de oprobios y amarguras a la Iglesia, esposa del Cordero inmaculado, y sobre sus bienes más sagrados han puesto sus manos criminales. Aun en este lugar sagrado, donde fue establecida la Sede de Pedro y la cátedra de la Verdad que debe iluminar al mundo, han elevado el abominable trono de su impiedad con el designio inicuo de herir al Pastor y dispersar al rebaño.
Te suplicamos, pues, Oh príncipe invencible, contra los ataques de esos espíritus réprobos, auxilia al pueblo de Dios y dale la victoria. Este pueblo te venera como su protector y su patrono, y la Iglesia se gloría de tenerte como defensor contra los malignos poderes del infierno. A ti te confió Dios el cuidado de conducir a las almas a la beatitud celeste. ¡Ah! Ruega pues al Dios de la paz que ponga bajo nuestros pies a Satanás vencido y de tal manera abatido que no pueda nunca más mantener a los hombres en la esclavitud, ni causar perjuicio a la Iglesia. Presenta nuestras oraciones ante la mirada del Todopoderoso, para que las misericordias del Señor nos alcancen cuanto antes. Somete al dragón, la antigua serpiente que es diablo y Satán, encadénalo y precipítalo en el abismo, para que no pueda seducir a los pueblos. Amén
- He aquí la Cruz del Señor, huyan potencias enemigas.
Venció el León de Judá, el retoño de David
-Que tus misericordias, Oh Señor se realicen sobre nosotros.
Como hemos esperado de ti.
-Señor, escucha mi oración
Y que mis gritos se eleven hasta ti.
Oh Dios Padre Nuestro Señor Jesucristo, invocamos tu Santo Nombre, e imploramos insistentemente tu clemencia para que por la intercesión de María inmaculada siempre Virgen, nuestra Madre, y del glorioso san Miguel arcángel, te dignes auxiliarnos contra Satán y todos los otros espíritus inmundos que recorren la tierra para dañar al género humano y perder las almas. Amén
1 Insertamos aquí el texto de la referida leyenda que circula libremente en Internet: La oración a San Miguel del Papa León XIII: En Octubre 13, 1884, el Papa León XIII, experimento una visión horrible. Después de celebrar la Eucaristía, estaba consultando sobre ciertos temas con sus cardenales en la capilla privada del Vaticano cuando de pronto se detuvo al pie del altar y quedo sumido en una realidad que solo el veía. Su rostro tenia expresión de horror y de impacto. Se fue palideciendo. Algo muy duro había visto. De repente, se incorporo, levanto su mano como saludando y se fue a su estudio privado. Lo siguieron y le preguntaron: ¿Que le sucede su Santidad? ¿Se siente mal?
El respondió: "¡Oh, que imágenes tan terribles se me han permitido ver y escuchar!", y se encerró en su oficina.
¿Qué vio León XIII? "Vi demonios y oí sus crujidos, sus blasfemias, sus burlas. Oí la espeluznante voz de Satanás desafiando a Dios, diciendo que el podía destruir la Iglesia y llevar todo el mundo al infierno si se le daba suficiente tiempo y poder. Satanás pidió permiso a Dios de tener 100 años para poder influenciar al mundo como nunca antes había podido hacerlo." También León XIII pudo comprender que si el demonio no lograba cumplir su propósito en el tiempo permitido, sufriría una derrota humillante. Vio a San Miguel Arcángel aparecer y lanzar a Satanás con sus legiones en el abismo del infierno.
Después de media hora, llamo al Secretario para la Congregación de Ritos. Le entrego una hoja de papel y le ordeno que la enviara a todos los obispos del mundo indicando que bajo mandato tenia que ser recitada después de cada misa, la oración que ahí el había escrito.
Extraido de ACI Prensa.
visto em:Dio con nosotros
sexta-feira, 4 de maio de 2012
The Holy Archangels- Prayers Asking for Their Protection
This icon of the Guardian Angel is available from
Uncut Mountain Supply
The car accident happened on a Sunday evening at dusk. I
worked as a Medical Technologist for the U.S.Navy and was
serving a 2 year term at the Naval Hospital, Roosevelt Roads
in Ceiba, Puerto Rico. I was not an Orthodox Christian back
then in 1987. After a weekend with my family it was time to
head back to base. I remember the windows of the car were
shut tight and the air conditioner was off. My seat belts were
off. I felt very relaxed notwithstanding a very persistent thought
that I was going to have a car accident, but I dismissed it as
nonsense. When I was only a half hour away from base, I felt
the wind rushing into the front seat next to me, and I was startled.
It only took a second. When I turned my eyes to look at the
passenger seat, while doing my best to keep an eye on the
road at the same time, I saw a very tall man dressed in white,
very strong and young sitting next to me. He smiled and placed
his arm across my chest, and right then I was knocked
unconscious. An old man had attempted to drive across the
highway and did not see me. And I hit him while going at 55 mph.
When I woke up, I was very confused and was not immediately
aware that I had been in a car accident. A witness walked by
expecting me to be dead but I was alive and had not been hurt.
I was only a little sore because of the impact. The other driver
went into cardiac arrest, had many broken bones and spent
months in the hospital. Both cars were ruined.
Imagine my amazement when I remembered what I saw and
realized that God and His angel had saved my life. Even more
astounding was the realization that God had loved me and
protected me even when I was not very interested in my Christian
life at that time. The love of God is truly amazing!
Prayer to Your Guardian Angel
O Angel of Christ, holy guardian and protector of my soul and
body, forgive me everything wherein I have offended thee
every day of my life, and protect me from all influence and
temptation of the evil one. May I nevermore anger God by
any sins. Pray for me to the Lord, that He may make me
worthy of the grace of the All-holy Trinity, and of the Most
Blessed Theotokos, and of all the Saints. Amen.Source
The following is a list of the Archangels recognized by the Orthodox
Church. These names are mentioned by St.Dyonisios the Aeropagite
and they also appear in the Canon to the Bodiless Heavenly Powers.
Their icons are available for purchase from Holy Trinity Store
St MICHAEL "Who is like unto God "
He is called the Archistrategos, or chief commander, of all the
bodiless powers. As the Chief Commander of the Heavenly hosts,
Michael usually holds a sword in one hand. In the other he often
carries either a shield, date-tree branch, a spear, or a white banner
(possibly with a scarlet cross). He is most likely to be wearing red.
(possibly with a scarlet cross). He is most likely to be wearing red.
In many instances, Michael tramples the devil under his feet, which
may be depicted as a dragon. This comes from the tradition that
Michael was the main opponent of Satan in the battle for Heaven.
St. Michael is the Commander-in-Chief of all the hierarchies of the
St. Michael is the Commander-in-Chief of all the hierarchies of the
Heavenly Hosts. He is usually known as the Angel who defeated
Lucifer and his followers in the first rebellion of creatures against
God. By his battle cry: "Mi-ca-El" which means "Who is like unto
God?", he was named Michael. He is the first defender of the
most holy Theotokos and ever virgin Mary in the Mystery of the
Incarnation. He is usually associated with the miracles manifesting
the almighty power of God with the Theotokos
(Dan. 10:12; 12:1; Apoc.12:7).
Incarnation. He is usually associated with the miracles manifesting
the almighty power of God with the Theotokos
(Dan. 10:12; 12:1; Apoc.12:7).
Prayer to the Archangel Michael
O Mighty Prince of the Heavenly Hosts, St. Michael, we beg you to
protect and defend us in ll struggles against the everyday temptations
in this world. Help us to overcome all evils and strengthen us, that we
may declare our faith in and loyalty to the Most High so that together
with all the angels and saints in heaven we may glorify the Lord.
St. Michael, please intercede for us together with the Theotokos
and obtain for us the following requests __________.
Present to God the Father all these petitions through Jesus Christ
our Lord together with the Holy Spirit forever and ever. Amen.
Source
may declare our faith in and loyalty to the Most High so that together
with all the angels and saints in heaven we may glorify the Lord.
St. Michael, please intercede for us together with the Theotokos
and obtain for us the following requests __________.
Present to God the Father all these petitions through Jesus Christ
our Lord together with the Holy Spirit forever and ever. Amen.
Source
A Prayer to Archangel Michael, the Mighty Warrior
O Lord God, Great and Eternal King! Send, O Lord, Thy Archangel
Michael to help Thy servant (name), and to deliver me from all my enemies, visible and invisible.
O Archangel Michael, angel of the Lord and vanquisher of demons! Suppress all my combatants, make them meek as sheep, and disperse them like dust before the wind.
O great Michael, Archangel of the Lord, six-winged high prince, leader of the heavenly host, the Cherubim and the Seraphim! O kind Archangel Michael, be my helper in all offenses, sorrows and woes, in the desert, at the crossroads, be a safe haven on rivers and seas. Deliver me, O great Archangel Michael, from all the temptations of the demons, when they hear me, thy sinful servant (name), praying to thee, and calling upon thee, and entreating thy holy name: hasten to assist me and heed my prayer.
O great Archangel Michael! Vanquish all my opponents by the power of the Holy and Life-giving Heavenly Cross of the Lord, by the prayers of the Most-holy Theotokos and the holy apostles, the holy prophet of God Elias, Saint Nicholas the wonderworker, Saint Andrew the fool-for-Christ, the holy great martyrs Nikitas and Eustace, the venerable fathers and holy hierarchs, martyrs, and all the heavenly host. Amen.
Whosoever reads this ancient prayer – on that day will he be touched neither by the devil, nor by any evil man, nor will any temptation seduce his heart. If he should pass from this life – hell will not take in his soul.
St GABRIEL "The Power or Strength of God".
St. Gabriel is the bearer of God's secret messages to His chosen
ones. He is the Angel who announced to the Theotokos God's
plan for her to be the Mother of His Son, Jesus (Luke 1:19).
He was also the Angel who foretold to Daniel the end of the
world. (Dan. 8:19; 9:21).
Archangel Gabriel is the messenger of God’s Providence,
the attendant of miracles and divine Mysteries. When we are
overcome with doubts, when it seems to us that we have been
abandoned by everyone and there is no help from anywhere,
let us pray to Archangel Gabriel, that by his prayers the Lord
would reveal to us His most holy will and would set our life
upon the course of salvation.
Prayer to the Archangel Gabriel
St. Gabriel, Holy Archangel, you, who are known as the bearer
of God's secrets meant especially for His chosen ones, we,
God's children, are constantly keeping watch on God's message.
Through your powerful intercession, may we receive God's
words and messages so that together with Mary, the Theotokos,
we may give glory and praise to Him.
May we also radiate God's love to others by our exemplary deeds.
O, St. Gabriel, obtain for us the grace and present to God the
Father the following requests _________ through Jesus Christ
our Lord together with the Holy Spirit forever and ever. Amen.
St. Gabriel is the bearer of God's secret messages to His chosen
ones. He is the Angel who announced to the Theotokos God's
plan for her to be the Mother of His Son, Jesus (Luke 1:19).
He was also the Angel who foretold to Daniel the end of the
world. (Dan. 8:19; 9:21).
Archangel Gabriel is the messenger of God’s Providence,
the attendant of miracles and divine Mysteries. When we are
overcome with doubts, when it seems to us that we have been
abandoned by everyone and there is no help from anywhere,
let us pray to Archangel Gabriel, that by his prayers the Lord
would reveal to us His most holy will and would set our life
upon the course of salvation.
Prayer to the Archangel Gabriel
St. Gabriel, Holy Archangel, you, who are known as the bearer
of God's secrets meant especially for His chosen ones, we,
God's children, are constantly keeping watch on God's message.
Through your powerful intercession, may we receive God's
words and messages so that together with Mary, the Theotokos,
we may give glory and praise to Him.
May we also radiate God's love to others by our exemplary deeds.
O, St. Gabriel, obtain for us the grace and present to God the
Father the following requests _________ through Jesus Christ
our Lord together with the Holy Spirit forever and ever. Amen.
St RAPHAEL "The Healing of God"
Regarding the healing powers attributed to Raphael, we have
little more than his declaration to Tobit (Tobit, 12) that he was
sent by the Lord to heal him of his blindness and to deliver
Sarah, his daughter-in-law, from the devil.
St. Raphael is the Archangel of the Christian's journey to
heaven. He is the head of the guardian angels. He is assigned
by God to accompany us along the way of our pilgrimage
in search of the treasures of real happiness which God has in
store for all His children.
He also gives the light to discern correctly God's ways and
protects us from the dangers that befall us on our way to our
heavenly home. As his name Raphael connotes,
"medicine of God," he is the Angel that brings good health
and abundant provisions during our journey
(Tob. 8:3; 12:15).
Prayer to Archangel Raphael
O Great Archangel, St. Raphael, you have been appointed by
God to become our healer and to guide us in our earthly
pilgrimage to our home in heaven. We beg you to assist us in
all our undertakings and in all the trials and pains of this
earthly life. We pray for constant good health both physically,
mentally and spiritually. We beseech you to guide always
our steps that we shall walk with confidence towards our
journey, and enlighten us with our doubts generated by
intellectual pride and worldly ambitions. St. Raphael, please
present to God the following petitions _________.
Through Jesus Christ our Lord together with the Holy Spirit
forever and ever. Amen.
Regarding the healing powers attributed to Raphael, we have
little more than his declaration to Tobit (Tobit, 12) that he was
sent by the Lord to heal him of his blindness and to deliver
Sarah, his daughter-in-law, from the devil.
St. Raphael is the Archangel of the Christian's journey to
heaven. He is the head of the guardian angels. He is assigned
by God to accompany us along the way of our pilgrimage
in search of the treasures of real happiness which God has in
store for all His children.
He also gives the light to discern correctly God's ways and
protects us from the dangers that befall us on our way to our
heavenly home. As his name Raphael connotes,
"medicine of God," he is the Angel that brings good health
and abundant provisions during our journey
(Tob. 8:3; 12:15).
Prayer to Archangel Raphael
O Great Archangel, St. Raphael, you have been appointed by
God to become our healer and to guide us in our earthly
pilgrimage to our home in heaven. We beg you to assist us in
all our undertakings and in all the trials and pains of this
earthly life. We pray for constant good health both physically,
mentally and spiritually. We beseech you to guide always
our steps that we shall walk with confidence towards our
journey, and enlighten us with our doubts generated by
intellectual pride and worldly ambitions. St. Raphael, please
present to God the following petitions _________.
Through Jesus Christ our Lord together with the Holy Spirit
forever and ever. Amen.
St URIEL "The Light or Fire of God"
This archangel enlightens the minds and the hearts of the
faithful with the light of divine truths and the fire of divine
love. All those who embark upon the study of knowledge
can and should pray to this archangel to enlighten their
minds and hearts, in order to avoid a destructive chasm
between knowledge and faith. In the Book of Enoch Uriel
was called the Angel who "watches over thunder and
terror" (Enoch 1).Source
Uriel is said to be one of the four guardians of God's
throne. Identified as both a seraph and a cherub, Uriel is
most well known for his role as regent of the sun in the
book of Revelation where he calls forth the birds of the air
to feast upon the fallen. As one of the most faithful and
dedicated members of the host, Saint Uriel the archangel
was also placed in charge of Tartarus (another name for
Hades). He is often shown holding the keys to Hades for
this reason.
Uriel is considered to be Archangel of the Earth. This
means he is responsible for protecting people from floods,
earthquakes and other natural disasters Saint Uriel is also
credited for warning Noah of the impending flood (although
Raphael is credited with teaching the building of the ark),
and attacking Moses for failing to circumcise his son.
Although Saint Uriel the Archangel is gentle, loving and
kind, he is severe when people blaspheme or offend God.
One of his tasks is to punish sinners. Consequently, he is
also known as the Angel of Retribution. An ancient tradition
says that Uriel was the angel who wrestled with Jacob for a
full night (Genesis 32: 24-30). In the apocalypse, Saint Uriel
appears as the Angel of Repentance. Uriel is one of the four
angels of the presence. A scriptural reference to an angel
of presence is found in Isaiah 63:9, "In all their affliction he
was afflicted, and the angel of his presence saved them: in
his love and in his pity he redeemed them; and he bore
them, and carried them all the days of old.
We pray for him to enlighten those with darkened minds.
Prayer to the Archangel Uriel
Oh holy St. Uriel, come to our aid with your legion of
angels! Intercede for us that our hearts may burn with the
fire of God. Obtain for us the grace to use the sword of
truth to fight against all that is not in conformity to the most
adorable will of God in our lives.
This archangel enlightens the minds and the hearts of the
faithful with the light of divine truths and the fire of divine
love. All those who embark upon the study of knowledge
can and should pray to this archangel to enlighten their
minds and hearts, in order to avoid a destructive chasm
between knowledge and faith. In the Book of Enoch Uriel
was called the Angel who "watches over thunder and
terror" (Enoch 1).Source
Uriel is said to be one of the four guardians of God's
throne. Identified as both a seraph and a cherub, Uriel is
most well known for his role as regent of the sun in the
book of Revelation where he calls forth the birds of the air
to feast upon the fallen. As one of the most faithful and
dedicated members of the host, Saint Uriel the archangel
was also placed in charge of Tartarus (another name for
Hades). He is often shown holding the keys to Hades for
this reason.
Uriel is considered to be Archangel of the Earth. This
means he is responsible for protecting people from floods,
earthquakes and other natural disasters Saint Uriel is also
credited for warning Noah of the impending flood (although
Raphael is credited with teaching the building of the ark),
and attacking Moses for failing to circumcise his son.
Although Saint Uriel the Archangel is gentle, loving and
kind, he is severe when people blaspheme or offend God.
One of his tasks is to punish sinners. Consequently, he is
also known as the Angel of Retribution. An ancient tradition
says that Uriel was the angel who wrestled with Jacob for a
full night (Genesis 32: 24-30). In the apocalypse, Saint Uriel
appears as the Angel of Repentance. Uriel is one of the four
angels of the presence. A scriptural reference to an angel
of presence is found in Isaiah 63:9, "In all their affliction he
was afflicted, and the angel of his presence saved them: in
his love and in his pity he redeemed them; and he bore
them, and carried them all the days of old.
We pray for him to enlighten those with darkened minds.
Prayer to the Archangel Uriel
Oh holy St. Uriel, come to our aid with your legion of
angels! Intercede for us that our hearts may burn with the
fire of God. Obtain for us the grace to use the sword of
truth to fight against all that is not in conformity to the most
adorable will of God in our lives.
St Selaphiel "The Command, Communicant or Prayer of God"
He is even depicted so on icons: with eyes gazing downward,
with hands crossed on his chest, with an air of humility and
deep inner concentration. Archangel Selaphiel is the patron
of prayer. He is our primary teacher of prayer. Prayer is the most
difficult thing to achieve, and one must be instructed in it.
Unfortunately, some people assiduously study various worldly
subjects, but disdain the study of the most important
subject in the world - the Jesus prayer. Let us pray to Archangel
Selaphiel for the Lord to grant us this gift of divine prayer.
St. Selaphiel continually stands before God, with a censer in
hand in unceasing adoration of the Most Holy Trinity. As the
Archangel of contemplation and worship, his angelic purity
transforms the love and worship which we mortals give to God.
We need St. Selaphiel's powerful intercession before God's
throne to overcome the evils of hedonism in our day. May the
evils of drug addition, sex exploitation and abortion become
things of discredited past. May endless hymns of praise rise
from all peoples as they chant in union with the Heavenly
Choirs of Angels, in perpetual thanksgiving for God's bountiful
blessings. He is known to be the angel who stopped Abraham
from killing his son Isaac as a sacrifice. (Gen. 22:12)
Prayer to the Archangel Selaphiel
O Pure and Holy Archangel St. Selaphiel, you bow before the
Almighty Lord offering angelic salutations of praise and
thanksgiving. Guide us in our prayer. Like you, we would like
to unceasingly pray and worship God the right way. May our
lives be like incense pleasing to God.
While awaiting for the inevitable time of separation frmo this
material world, may we praise the Holy Trinity in the spirit of
true love and humility throughout the days of our life in eternity.
Obtain for us these favors _________ and present to God the
Father all these petitions through Jesus Christ our Lord
together with the Holy Spirit forever and ever.
Amen.
He is even depicted so on icons: with eyes gazing downward,
with hands crossed on his chest, with an air of humility and
deep inner concentration. Archangel Selaphiel is the patron
of prayer. He is our primary teacher of prayer. Prayer is the most
difficult thing to achieve, and one must be instructed in it.
Unfortunately, some people assiduously study various worldly
subjects, but disdain the study of the most important
subject in the world - the Jesus prayer. Let us pray to Archangel
Selaphiel for the Lord to grant us this gift of divine prayer.
St. Selaphiel continually stands before God, with a censer in
hand in unceasing adoration of the Most Holy Trinity. As the
Archangel of contemplation and worship, his angelic purity
transforms the love and worship which we mortals give to God.
We need St. Selaphiel's powerful intercession before God's
throne to overcome the evils of hedonism in our day. May the
evils of drug addition, sex exploitation and abortion become
things of discredited past. May endless hymns of praise rise
from all peoples as they chant in union with the Heavenly
Choirs of Angels, in perpetual thanksgiving for God's bountiful
blessings. He is known to be the angel who stopped Abraham
from killing his son Isaac as a sacrifice. (Gen. 22:12)
Prayer to the Archangel Selaphiel
O Pure and Holy Archangel St. Selaphiel, you bow before the
Almighty Lord offering angelic salutations of praise and
thanksgiving. Guide us in our prayer. Like you, we would like
to unceasingly pray and worship God the right way. May our
lives be like incense pleasing to God.
While awaiting for the inevitable time of separation frmo this
material world, may we praise the Holy Trinity in the spirit of
true love and humility throughout the days of our life in eternity.
Obtain for us these favors _________ and present to God the
Father all these petitions through Jesus Christ our Lord
together with the Holy Spirit forever and ever.
Amen.
St Jehudiel "The Glory, Laudation or Praise of God"
He is often depicted in iconography holding a crown and a
three-thonged whip. Archangel Jehudiel is the patron,
defender and helper of all those who toil. And we must all
be such, for we have been commanded to eat our bread in
the sweat of our faces. We toil not only physically, to earn
our daily bread, but also spiritually, in order to perfect
ourselves. Archangel Jegudiel is depicted on icons with
a crown of victory in his hands. Such crowns will be
earned by those of us who will endure to the very end,
who will worthily bear the light yoke of Christ. We
are faced with a complex task, so let us ask Archangel
Jegudiel for help in our daily lives.
God's mercy comes to us every moment of our lives.
Without it, we would die. With it, God provides us the
graces we need for our bodies. Mercy is God's love
helping us fight the temptations of life and obtain
forgiveness for our sins. Mercy is grace for bodily and
spiritual needs. Mercy is God Himself through the
merits of Jesus Christ bringing us back to our
heavenly home.
Prayer to the Archangel Jehudiel
O Merciful Archangel, St. Jehudiel dispenser of God's
eternal and abundant mercy. Because of our
sinfulness, we do not deserve God's forgiveness. Yet,
He continually grants us forbearance freely and lovingly.
Help us in our determination to overcome our sinful
habits and be truly sorry for them. Bring each one of us
to true conversion of heart, that we may experience the
joy of reconciliation which it brings, without which neither
we as individuals, nor the whole world can know true
peace. You who continually intercedes for us, listen to our
prayers _________ and present to God the Father all
these petitions through Jesus Christ our Lord together
with the Holy Spirit forever and ever.
Amen.
He is often depicted in iconography holding a crown and a
three-thonged whip. Archangel Jehudiel is the patron,
defender and helper of all those who toil. And we must all
be such, for we have been commanded to eat our bread in
the sweat of our faces. We toil not only physically, to earn
our daily bread, but also spiritually, in order to perfect
ourselves. Archangel Jegudiel is depicted on icons with
a crown of victory in his hands. Such crowns will be
earned by those of us who will endure to the very end,
who will worthily bear the light yoke of Christ. We
are faced with a complex task, so let us ask Archangel
Jegudiel for help in our daily lives.
God's mercy comes to us every moment of our lives.
Without it, we would die. With it, God provides us the
graces we need for our bodies. Mercy is God's love
helping us fight the temptations of life and obtain
forgiveness for our sins. Mercy is grace for bodily and
spiritual needs. Mercy is God Himself through the
merits of Jesus Christ bringing us back to our
heavenly home.
Prayer to the Archangel Jehudiel
O Merciful Archangel, St. Jehudiel dispenser of God's
eternal and abundant mercy. Because of our
sinfulness, we do not deserve God's forgiveness. Yet,
He continually grants us forbearance freely and lovingly.
Help us in our determination to overcome our sinful
habits and be truly sorry for them. Bring each one of us
to true conversion of heart, that we may experience the
joy of reconciliation which it brings, without which neither
we as individuals, nor the whole world can know true
peace. You who continually intercedes for us, listen to our
prayers _________ and present to God the Father all
these petitions through Jesus Christ our Lord together
with the Holy Spirit forever and ever.
Amen.
St. Barachiel "The Benediction or Blessings of God"
In iconography he is sometimes shown holding a white rose
against his chest, or with rose petals scattered on his clothing.
Archangel Barachiel is the angel of God’s blessings. While
asking God to bless all our good efforts, let us also appeal to
Archangel Barachiel for help. However, we must accept the
Lord’s blessing not only for prosperity but also for our cross,
i.e. the sorrows without which there is no salvation. And may
Archangel Barachiel give us strength to carry our blessed
crosses. Through the merits of Our Lord Jesus Christ, His
passion, death and resurrection, all His disciples are brought
to a transforming union with Him. Through His transformation
in love, the soul becomes Christ-like. As such, every
Christ-like soul becomes, by adoption, the child of the
Father. St. Barachiel is the Archangel who was assigned
by God to keep watch over His adopted children, taking
care that He and the choirs of angels assigned to the
task guard these transformed souls in all their ways,
bearing them up in their hands, "lest they dash their
feet against the stone on their way to their heavenly
home." (Psalm 91, 12).
Prayer to the Archangel Barachiel
O Powerful Archangel, St. Barachiel, filled with heaven's
glory and splendor, you are rightly called God's
benediction. We are God's children placed under your
protection and care. Listen to our supplications ______.
Grant that through your loving intercession, we may
reach our heavenly home one day.
Sustain us and protect us from all harm that we may
posses for all eternity the peace and happiness that
Jesus has prepared for us in heaven.
Present to God the Father all these petitions through
Jesus Christ our Lord together with the Holy Spirit
forever and ever. Amen.
Another Archangel
In iconography he is sometimes shown holding a white rose
against his chest, or with rose petals scattered on his clothing.
Archangel Barachiel is the angel of God’s blessings. While
asking God to bless all our good efforts, let us also appeal to
Archangel Barachiel for help. However, we must accept the
Lord’s blessing not only for prosperity but also for our cross,
i.e. the sorrows without which there is no salvation. And may
Archangel Barachiel give us strength to carry our blessed
crosses. Through the merits of Our Lord Jesus Christ, His
passion, death and resurrection, all His disciples are brought
to a transforming union with Him. Through His transformation
in love, the soul becomes Christ-like. As such, every
Christ-like soul becomes, by adoption, the child of the
Father. St. Barachiel is the Archangel who was assigned
by God to keep watch over His adopted children, taking
care that He and the choirs of angels assigned to the
task guard these transformed souls in all their ways,
bearing them up in their hands, "lest they dash their
feet against the stone on their way to their heavenly
home." (Psalm 91, 12).
Prayer to the Archangel Barachiel
O Powerful Archangel, St. Barachiel, filled with heaven's
glory and splendor, you are rightly called God's
benediction. We are God's children placed under your
protection and care. Listen to our supplications ______.
Grant that through your loving intercession, we may
reach our heavenly home one day.
Sustain us and protect us from all harm that we may
posses for all eternity the peace and happiness that
Jesus has prepared for us in heaven.
Present to God the Father all these petitions through
Jesus Christ our Lord together with the Holy Spirit
forever and ever. Amen.
Another Archangel
St JEREMIEL "God's exaltation"
He is venerated as an inspirer and awakener of exalted
thoughts that raise a person toward God (III Ezra 4:36).
Jeremiel is that Archangel who review's our lives with us
after we have crossed over. He is also able to do this for us
while we're still living, helping us to review our life up till
now so we can correct the wrongs we have done by making
positive adjustments. Through this, he is able to help us
make life changes, making us stronger and lead us to the
right path.
St. Jeremiel with the weighing scale in his hand, reminds us
of divine justice that weighs according to its true worth
whatever good we do and whatever doings we commit in
relation to God, to our neighbors or to ourselves, both as
individuals and as a community of nations. He also
reminds us of the terrible judgment of God upon the world
for the human pride and godlessness with which human
affairs are conducted.
Prayer to the Archangel Jeremiel
O Illustrious St. Jeremiel, the Archangel of God's divine
justice, as you hold the heavenly scales that weigh our
lives on earth, we ask you to intercede for us, that God
may forgive us all our sins. Obtain for us the grace of
true repentance and conversion of heart that we may be
spared of the punishment we deserve. Offer our prayers
to God in our search for true peace and happiness
founded on truth and justice. We pray for those who are
suffering of inhumanities, dying because of injustice
and the oppressed due to manipulation and exploitation.
We also pray for our less fortunate brothers and
ourselves for the following intentions _________.
Present to God the Father all these petitions through
Jesus Christ our Lord together with the Holy Spirit
forever and ever. Amen.
He is venerated as an inspirer and awakener of exalted
thoughts that raise a person toward God (III Ezra 4:36).
Jeremiel is that Archangel who review's our lives with us
after we have crossed over. He is also able to do this for us
while we're still living, helping us to review our life up till
now so we can correct the wrongs we have done by making
positive adjustments. Through this, he is able to help us
make life changes, making us stronger and lead us to the
right path.
St. Jeremiel with the weighing scale in his hand, reminds us
of divine justice that weighs according to its true worth
whatever good we do and whatever doings we commit in
relation to God, to our neighbors or to ourselves, both as
individuals and as a community of nations. He also
reminds us of the terrible judgment of God upon the world
for the human pride and godlessness with which human
affairs are conducted.
Prayer to the Archangel Jeremiel
O Illustrious St. Jeremiel, the Archangel of God's divine
justice, as you hold the heavenly scales that weigh our
lives on earth, we ask you to intercede for us, that God
may forgive us all our sins. Obtain for us the grace of
true repentance and conversion of heart that we may be
spared of the punishment we deserve. Offer our prayers
to God in our search for true peace and happiness
founded on truth and justice. We pray for those who are
suffering of inhumanities, dying because of injustice
and the oppressed due to manipulation and exploitation.
We also pray for our less fortunate brothers and
ourselves for the following intentions _________.
Present to God the Father all these petitions through
Jesus Christ our Lord together with the Holy Spirit
forever and ever. Amen.
Synaxis of the Holy Archangels and Bodiless Powers
Source
HYMN OF PRAISE
The Holy Archangel Michael and all the Bodiless Powers of Heaven
Heavenly Commanders,
Who watch over us with great care,
Cover us with your wings,
And shield us with your power.
Armed with the power of God,
Crowned by His glory,
You wield flaming swords,
To cut the demons down.
Swift, swift as rays of light
You soar on the clouds-
The clouds of the air-
Where you do battle for God.
Without fatigue and without sleep
You hover ceaselessly
Over men and created things,
And over countless worlds.
Behold, yours are mighty armies,
Legions virtuous,
And gentle battalions of angels:
And, according to the Creator, our brothers.
Commanders of the might of heaven,
Lead us where we need to go-
To the throne of the Most High
Who created us from nothing.
From the Prologue of Ochrid
November 8
by St Nikolai Velimirovich
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